L’idrogeno e l’elettrico nel futuro del trasporto pubblico: riassunto e atti della tappa Mobility Innovation Tour di Bolzano
La transizione energetica del trasporto pubblico passa (anche) per lo sviluppo della tecnologia a idrogeno, un ambito che vede SASA nel ruolo di apripista italiano e titolare di una flotta da 12 mezzi (che diventeranno presto 25). Bolzano ha ospitato ieri la quinta tappa 2024 del Mobility Innovation Tour, intitolata “L’idrogeno nel mix energetico del tpl del futuro”. Il convegno, che […]
La transizione energetica del trasporto pubblico passa (anche) per lo sviluppo della tecnologia a idrogeno, un ambito che vede SASA nel ruolo di apripista italiano e titolare di una flotta da 12 mezzi (che diventeranno presto 25).
Bolzano ha ospitato ieri la quinta tappa 2024 del Mobility Innovation Tour, intitolata “L’idrogeno nel mix energetico del tpl del futuro”. Il convegno, che ha visto la partecipazione di TPER, Arriva Italia, Iveco Bus, Solaris, Kmobility (Karsan), ha affrontato le sfide e le prospettive offerte dalla tecnologia a idrogeno nell’ambito del più ampio processo di decarbonizzazione dei servizi di trasporto pubblico. L’appuntamento ha seguito quello tenutosi a fine ottobre a Taranto e si è tenuto, in collaborazione con SASA, presso il NOI Techpark ed è stato seguito da una visita tecnica all’impianto di rifornimento idrogeno presso il deposito aziendale.
Degno di nota il fatto che Solaris e Iveco Bus rappresentano i leader di mercato in Italia per quanto riguarda la vendita di autobus a zero emissioni: insieme, coprono un terzo del mercato 2024 nel nostro paese. Presente anche Kmobility, dealer per l’Italia del costruttore turco Karsan, attivo nella produzione di bus elettrici e a idrogeno e market leader nel segmento dei mini e midibus a zero emissioni. Nell’occasione il direttore operativo Kmobility Tiziano Gavardini ha annunciato che “nel 2025 Karsan lancerà un veicolo elettrico Low Entry destinato al segmento intercity“.
SASA e provincia: le strategie per la mobilità al Mobility Innovation Tour
Il convegno è stato aperto dall’intervento da Martin Vallazza, Direttore Ripartizione Mobilità della Provincia Autonoma Bolzano – Alto Adige: “Il Piano della Mobilità Provinciale mira a incentivare la popolazione a utilizzare i mezzi di tpl, a rinforzare la rete ferroviaria e alla decarbonizzazione delle flotte autobus. La scelta della tecnologia più adatta avviene in base alla destinazione del servizio e alla gestione del sistema energetico. Puntiamo ad ottimizzando le risorse e le possibilità che abbiamo e in questo contesto idrogeno e elettrico convivono per un equilibrio.”
“Ogni scelta tecnologica e ogni investimento deve basarsi su un equilibrio sostenibile tra fattibilità economica e innovazione tecnologica. Per SASA, questa visione è essenziale per garantire non solo un futuro green, ma anche un servizio accessibile e stabile per le nostre comunità,” ha dichiarato Astrid Kofler, Presidente di Sasa.
Intervenuto in tavola rotonda, il direttore operations di SASA Giorgio Rendo ha sottolineato “La flotta SASA crescerà presto da 12 a 26 bus a idrogeno. L’ obiettivo è quello di perseguire la strada della decarbonizzazione integrando nuovi mezzi e nuove tecnologie. Il cambiamento richiede, competenze e coraggio“. A Bolzano è stato peraltro avviato l’iter di gara per la realizzazione di un impianto di produzione di idrogeno tramite elettrolisi, con un investimento complessivo di circa 20 milioni di euro da fondi PNRR.
La transizione secondo Arriva Italia
Altri protagonisti del dibattito tenutosi a Bolzano, rappresentanti dell’azienda di trasporto pubblico di Bologna TPER, nella persona del Responsabile Impianti e Infrastrutture Fabio Monzali, e del gruppo Arriva, tra i principali operatori di servizi di trasporto passeggeri in Europa, presente con il responsabile tecnico della divisione italiana Flavio Balsi, secondo il quale “L’idrogeno sarà un attore protagonista nel percorso che porterà alla realizzazione della transizione energetica, anche grazie alle sue caratteristiche vincenti dal punto di vista ambientale. Tuttavia, esistono tematiche da approfondire quali i costi, la gestione operativa e la sicurezza che ne rallentano la diffusione. Per questo è fondamentale continuare a investire in ricerca e sviluppo per ridurre queste barriere, rendendo l’idrogeno una soluzione sostenibile non solo per l’ambiente, ma anche per l’operatività del trasporto, individuando i migliori profili di missione dove implementarlo”.
A Bologna l’idrogeno è una cosa seria (in mix)
Tornando a TPER, l’operatore bolognese ha bandito (e aggiudicato a Solaris) la gara più grande d’Europa per bus a idrogeno (130 veicoli). Fabio Monzali, responsabile delle infrastrutture, ha illustrato la visione aziendale: “Nello sviluppare il nostro progetto idrogeno abbiamo studiato e imparato dalle esperienze altrui, compresa SASA. Abbiamo un team giovane di 10 persone, con tanti ingegneri ma anche filosofi. Sono importanti perché ci fanno tornare sulla terra. Cosa abbiamo fatto per crescere velocemente? Abbiamo bandito una manifestazione di interesse per creare una società mista con un player che abbia competenze, tecnologie e brevetti. Da lì è nata la società mista realizzata con Wolftank“.
Sempre per Monzali, “La trasformazione in chiave ecologica del parco veicolare di Tper risponde all’esigenza di portare la massima sostenibilità ambientale, economica e sociale in tutti gli ambiti del servizio, con soluzioni tecnologiche mirate per ogni profilo di missione. La scelta strategica non si fonda, quindi, su un’unica soluzione, ma su un “energy mix” coerente con gli obiettivi di decarbonizzazione dei territori serviti, con orizzonte 2030, che vede la compresenza di filobus, e-bus alimentati con energia proveniente da fonti rinnovabili, bus a biometano, liquido e compresso, e di una flotta di bus fuel cell a bassa impronta carbonica“.
Agici e gli scenari dell’economia idrogeno
Nell’occasione Francesco Elia, Responsabile dell’Hydrogen Unit della società di ricerca e consulenza Agici, ha presentato il recente studio “Il futuro dell’idrogeno: dalle strategie nazionali al mercato globale”. Il report offre una panoramica dei progetti sull’idrogeno in essere in Europa, quantificandoli in 1.080, di cui il 26 per cento a uno stadio avanzato di sviluppo, e del caso italiano, dove oltre 40 miliardi di risorse sono stati investiti per realizzare infrastrutture di produzione e diffusione. Tre i miliardi provenienti dal Pnrr per un totale di 144 iniziative. Così Elia: “L’attuale fase politica e geopolitica globale, ma anche le complessità normative e regolatorie, generano incertezza sul mercato e rallentano gli investimenti nel settore. Diversi Paesi hanno iniziato a definire una chiara visione strategica circa il proprio ruolo nel mercato internazionale dell’idrogeno, come produttori, esportatori o consumatori netti potenzialmente importatori. Tuttavia, ad oggi, quella dell’idrogeno come vettore energetico rimane un’opzione ancora largamente inesplorata, per via di costi iniziali e operativi molto ingenti che, da una parte, si rivelano insostenibili per gli operatori e, dall’altra, impediscono lo sviluppo di una domanda significativa nelle industrie e nei trasporti, fondamentale per l’avvio di un vero e proprio mercato globale della molecola”.
Nel corso della giornata, uno dei temi ricorrenti è stato quello di un approccio integrato che vedrà l’idrogeno e l’elettrico convivere nei prossimi anni come tecnologie complementari, ognuna con vantaggi specifici a seconda delle necessità di ogni servizio di trasporto. La produzione di idrogeno e la realizzazione di infrastrutture di rifornimento, senza contare il rispetto degli equilibri economici delle aziende, saranno essenziali per garantire il successo di questo mix energetico, mentre le tecnologie a batteria continueranno a svolgere un ruolo fondamentale per i percorsi più brevi e la gestione della mobilità urbana.