Bologna si candida tra le 100 città dell’Ue a emissioni zero entro il 2030
Obiettivo emissioni zero, entro il 2030. L’agenda 2030 dell’Unione Europea parla chiaro e per tagliare il traguardo con successo sarà necessario l’apporto del mondo del trasporto e del trasporto pubblico locale nelle città. Tra queste spunta con forza anche Bologna, che si candida tra le cento città del Vecchio Continente a emissioni zero entro il […]
Obiettivo emissioni zero, entro il 2030. L’agenda 2030 dell’Unione Europea parla chiaro e per tagliare il traguardo con successo sarà necessario l’apporto del mondo del trasporto e del trasporto pubblico locale nelle città. Tra queste spunta con forza anche Bologna, che si candida tra le cento città del Vecchio Continente a emissioni zero entro il 2030.
La Commissione europea sostiene 100 città nella trasformazione verso la neutralità climatica da qui al 2030, facendone dei poli di sperimentazione e modelli per tutte le altre. L’obiettivo di Bologna è quello di rientrare proprio fra queste cento fortunate e portare così a termine uno dei progetti cardine della campagna elettorale: una città più green in tutte le sue forme, che coinvolga le infrastrutture, i rifiuti, le industrie, gli impianti d’illuminazione e i trasporti, e dove i bolognesi respireranno e si muoveranno meglio.
«Si tratta di un obiettivo molto ambizioso – dichiara il sindaco Matteo Lepore – perché l’Europea ha posto il termine nel 2050 e noi lo vogliamo anticipare. Lo dobbiamo alle nuove generazioni, ai tanti ragazzi e ragazze delle nostre scuole che sono scesi nelle piazze prima ma anche durante la pandemia. Dobbiamo lavorare in particolare per ridurre le emissioni nocive dai nostri edifici che costituiscono circa il 70% di emissioni totali della Città metropolitana – aggiunge il primo cittadino – Oggi vediamo il caro bollette: ebbene, questi rincari sono dovuti ai vari conflitti nel mondo e alla mancanza di combustibili fossili. Bologna fra otto anni vuole essere una città completamente fossil free e i 90 milioni di euro provenienti dal Governo per i nostri trasporti a idrogeno e elettrici vanno proprio in questa direzione». Un percorso cittadino che coincide, anche a livello di tempistiche, con i fondi stanziati a livello europeo dal Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e su cui Lepore rassicura la fattibilità perché «i piani sono già stati approvati per poter usufruire di tutte le risorse riguardanti la transizione ecologica, dal finanziamento al tram, al servizio ferroviario metropolitano fino alle nuove piste ciclabili».
Una candidatura che chiama dunque a sé tutte le istituzioni locali e gli enti pubblici ma anche le rappresentanze economico-sociali per un obiettivo comune, che non sembra secondo l’assessora comunale ai Fondi europei, già all’interno della cabina di regia Pnrr, Anna Lisa Boni, «così irraggiungibile, anche se complicato per una città che vuole cambiare nel suo approccio alla mobilità sostenibile per rendere la vita dei cittadini e dei loro figli più sostenibile». «Questo è un momento di particolare interesse sul tema – chiosa Boni – basti guardare al quadro regolamentare dell’ Unione Europea con il Green Deal e a un quadro finanziario propizio con il Pnrr e gli altri fondi europei. Questa candidatura è al centro delle priorità del nostro mandato – aggiunge Boni – ed è una cosa che avevamo già lanciato anche in campagna elettorale. Anche se non saremo selezionati e speriamo di no (la risposta definitiva sarà a marzo, ndr), andremo avanti comunque perché abbiamo di fronte a noi una grandissima opportunità».
Numerosi i principali ambiti di intervento, che, anche attraverso lo strumento delle cosiddette assemblee cittadine si andranno via via ad aggiungere al progetto finale. Al primo posto il settore della mobilità e trasporti che prevede la decabornizzazione del trasporto pubblico locale e il completamento del “Biciplan”; dopo l’efficientamento energetico con una riqualificazione energetica dell’edilizia residenziale pubblica come anche degli edifici universitari; per poi passare all’illuminazione pubblica con un completamento della trasformazione dell’illuminazione a led in città per la creazione di una smart city; i rifiuti attraverso la costruzione del cosiddetto impianto “Power to Gas”, l’installazione di un elettrolizzatore per la produzione di idrogeno ‘verde’ e l’interconnessione di due sistemi energetici che alimenteranno la zona Fiera e Università e infine il progetto di produzione di energie rinnovabili e i cosiddetti progetti trasversali bandiera come l’impronta verde o il gemello digitale in 3D di Bologna.