BLOG / Servizio scuole, meglio conoscere prima le società…
di Gianluca Celentano Sono passati circa sei anni dall’ultimo impiego nel servizio scuole e, nella mia esperienza nel trasporto persone, qualcosa da raccontare su questo specifico servizio c’è. È un incarico piacevole perché sei catturato dalla simpatia dei bambini che spesso ti regalano disegni fatti in classe dai quali traspare la loro personalità. Ricordo la […]
di Gianluca Celentano
Sono passati circa sei anni dall’ultimo impiego nel servizio scuole e, nella mia esperienza nel trasporto persone, qualcosa da raccontare su questo specifico servizio c’è. È un incarico piacevole perché sei catturato dalla simpatia dei bambini che spesso ti regalano disegni fatti in classe dai quali traspare la loro personalità. Ricordo la bella esperienza fatta con un servizio part-time che serviva la scuola di Canegrate. I bambini si erano molto affezionati e durante il viaggio ripassavano le lezioni confidando in qualche consiglio mio o dell’assistente, con la quale era nato un buon rapporto collaborativo. La parte peggiore era il parcheggio serale del bus all’interno di una carrozzeria un po’ trafficata.
Costi al ribasso
Su questo tipo di servizi c’è un po’ da dire, ma preferisco omettere i nomi di società per evitare polemiche che non sta a me fare. L’intento della rubrica è portare alla luce una professione evidenziando con imparzialità quello che va bene e quello che potrebbe essere migliorato, offrendo un quadro informativo per coloro che vogliono avvicinarsi a questo mestiere.
Quello che ho capito su servizi scuola è che un tempo, prima delle privatizzazioni, i servizi erano affidati a vettori del posto o a municipalizzate, poi l’assegnazione è avvenuta per gara. Un colpo basso per certi eccellenti vettori – anche del noleggio – che esercitavano da anni questi servizi e si sono visti cambiare le regole. Con i bilanci risicati dei comuni la parola d’ordine è “far economia”, anche sul trasporto scolastico.
Mesi di pazienza
Durante un’altra esperienza nel trasporto studenti nel 2019 finisco vicino a Caponago. Il servizio è impeccabile così come il rapporto con i giovanissimi trasportati, ma è tutto il resto che presenta troppi lati oscuri. Il turno è suddiviso in tre riprese: mattina, mezzogiorno e pomeriggio e lo stipendio si attesta intorno ai 1300 euro per circa nove ore d’impegno. In quel periodo non c’erano altre opportunità. Il comune ha accordato un appalto comprensivo delle spese fisse dell’autoservizio con una società con sede legale in una regione non troppo distante dalla Lombardia. Un giorno mi capita tra le mani una circolare comunale che richiedeva un servizio piscine da ritenersi a titolo gratuito, quindi evidentemente inserito nell’annualità dei costi. Peccato che all’autista queste ore in più non sono mai state corrisposte.
L’inesperienza era un titolo preferenziale
Sul piazzale di un trafficato deposito di caravan, sede dell’approntata rimessa, c’era qualche autista con esperienza, ma soprattutto ce n’erano molti alle prime armi. Il responsabile, anche lui in realtà precario, garantiva ai giovani che il lavoro in quella realtà era un mestiere sicuro e di non cercare altrove. Un po’ come nel gioco delle tre carte, svolgeva il compito di far apparire gli aspetti positivi del lavoro e nascondere le troppe incognite. D’altronde il non garantire il servizio avrebbe dato la possibilità al comune di applicare delle sanzioni alla società vincitrice della gara. Anche le assistenti, assunte nelle vicinanze, erano gentili e mi raccontavano che era stato loro promesso un incontro con la distante direzione dell’autoservizio per discutere sulle problematiche. Dovendo scegliere tra lavoro e incontro, il modus operandi era affidato a un dipendente della società che le sostituiva nelle rimostranze omettendo probabilmente le problematiche.
Al di là dei costi per il carburante sempre garantiti, erano la manutenzione e la pulizia dei bus a far sorgere qualche scaramuccia tra colleghi e nei confronti del “paladino” della società che svolgeva il doppio ruolo di controllore e autista.
Valida alternativa come prima esperienza
La qualità di questo lavoro cambia molto in base a chi esercita il servizio, ma il lato positivo è comunque la possibilità di avere del tempo libero, eventualmente anche per studiare. Vale la pena indagare su chi lo esercita e cercare dei feedback sulla società. Sia che si tratti di mini bus o di autobus, una certa esperienza la si fa ma, fondamentale, è l’empatia e la pazienza verso i bambini, chiaramente un po’ rumorosi.