BLOG / Non esiste il lavoro ideale, ma c’è spazio per tutti
di Gianluca Celentano Lo dice anche Roby Merlini: “Bisogna sempre trovare il compromesso anche nel lavoro, perché ci sarà sempre qualche aspetto che ci deluderà“. La risposta più scontata quando gli domandi il perché avesse scelto di fare l’autista è stata la seguente: “mi piace guidare”, seguita da: “Cerco una professione sicura“. Un lavoro fatto […]
di Gianluca Celentano
Lo dice anche Roby Merlini: “Bisogna sempre trovare il compromesso anche nel lavoro, perché ci sarà sempre qualche aspetto che ci deluderà“.
La risposta più scontata quando gli domandi il perché avesse scelto di fare l’autista è stata la seguente: “mi piace guidare”, seguita da: “Cerco una professione sicura“.
Un lavoro fatto di passione per cui ben venga il piacere della guida, ma attenzione a non farsi travolgere dalle mille voci del piazzale, quelle che danneggiano un mestiere che qualche problema effettivamente lo possiede.
Lamentale costruttive?
Dopo i primi mesi di ambientamento in una qualsiasi realtà si comincia a osservare le cose diversamente da come sono state prospettate da amici, colleghi o dalla stessa azienda. Un fenomeno del tutto normale che però ha bisogno da parte nostra di una buona dose di pragmatismo per essere analizzato con una certa neutralità. Questo l’aspetto più difficile quando si è invasi dalle molte voci controcorrente di qualche collega scontento.
Il primo aspetto è capire da chi arrivano le osservazioni e, successivamente, domandarsi il perché delle affermazioni, nonché la logica di situazioni tanto “assurde”. Infine, pensare con la propria testa. Serve domandarsi come potrebbe rimanere a galla una storica realtà con così tante anomalie dipinte sul rumoroso piazzale.
Non c’è una verità assoluta per fornire una risposta univoca ma, il più delle volte, si tratta di quella consuetudine di volersi lamentare sempre di tutto, benché alla fine, si è consapevoli della solidità del proprio posto di lavoro. Generalmente chi dipinge scenari apocalittici con i nuovi assunti si “trasforma” in un solerte autista in presenza di qualche capo. Dopo questo quadro introduttivo che in realtà vale un po’ per tutte le realtà lavorative, passiamo agli esempi concreti.
La scelta del tuo futuro è tua
Il primo aspetto è la regolarità contrattuale, lo stipendio e il proprio tempo libero, oggi un concetto molto richiesto. Poi c’è la qualità dei servizi e, nel GT, è da capire se c’è una sorta di selezione dei gruppi e quale attenzione viene posta all’autista durante le trasferte. Ci sono realtà che offrono tempo libero e domeniche a casa offrendo retribuzioni solo accettabili e, per qualcuno, rappresentano il giusto compromesso per garantirsi giornate in famiglia. Oppure, ci sono società contrattualmente molto fiscali, che offrono hotel rinomati e tutto l’occorrente al conducente (penso a Itabus), ma mettono in calendario poche domeniche libere e soste anche fuori casa. Nel Tpl la scelta ricade sul tipo di linea assegnata, quindi sulla tipologia di passeggeri e percorso: lungo, corto, trafficato, in campagna, etc. Qui la scelta è personale, io ho sempre preferito le linee lunghe cioè, pochi giri per fare un orario di lavoro.
Il secondo aspetto è legato alle consuetudini aziendali e l’argomento lo si comprende anche questa volta con dei generici esempi. Un azienda con servizi diversificati che paga abbastanza bene ma ha il “vizio” di comunicare all’ultimo il servizio del giorno dopo, magari assegnandoti proprio quello che non ti piace. Cosa significa non ti piace? Generalmente un orario con poche soste o troppo lungo e trafficato, con più riprese o passeggeri aggressivi o magari ampie pause inoperose sperdute nel nulla.
Oppure una società che fa pesare smisuratamente la rottura di uno specchietto o un’ammaccatura da manovra, ma lascia tempo libero e autonomia gestionale al conducente.
Tutto questo per riassumere che solo dopo una primo impatto e esperienza nel comparto, sta a noi a collocarci nel posto giusto cercando (aspetto un po’ difficile) di non farci influenzare da altri colleghi. I quali magari hanno bisogno di una valvola di sfogo per scaricare la loro personale rabbia per qualcosa che non sono riusciti a risolvere.
C’è da dire che oggi, grazie anche al lavoro di valorizzazione, è nell’interesse delle aziende agevolare le richieste degli autisti in termini di tipologia di servizi, l’unico paletto a questa nuova metodologia, è l’attuale carenza di personale. Un conoscente over 50, è stato recentemente assunto da Autostradale, la storica società milanese, la quale è stata estremamente comprensiva con lui, domandandogli quale fascia oraria preferiva svolgere e quale tipologia di servizio sentiva più affine alla sua esperienza. Lui ha scelto i turni pomeridiani serali, è stato accontentato.