di Gianluca Celentano, conducente bus

Queste sono il genere di notizie che non vorrei mai commentare e che non giustificano quella limata percentuale aleatoria che separa – per forza – la scelta di un professionale viaggio su un autobus rispetto alle migliaia di spostamenti con l’auto privata.

Un morto e 14 feriti è il tragico bilancio delle vittime anche se inizialmente risultavano in numero maggiore; questo è l’epilogo dell’incidente accaduto alla linea Flixbus Lecce -Roma in servizio sull’autostrada A16 Napoli-Canosa direzione Napoli e con 38 passeggeri a bordo. Sono stati un centinaio gli operatori impegnati nel soccorso che hanno provveduto a deviare il traffico con uscita obbligatoria a a Candela per raggiungere Napoli.

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La Procura di Benevento ha aperto un’inchiesta condotta dalla dottoressa Chiara Maria Marcaccio che ha già sentito l’autista sessantatreenne risultato negativo all’alcol test. Il secondo autista sembra abbia riportato le conseguenze peggiori con una grave ferita all’arto inferiore.

In quel tratto visionato con la semplice applicazione satellitare e ascoltando il titolare di una stazione di servizio, la strada appare con diversi limiti di velocità, curve e cantieri.

Sui social intanto qualcuno avanza supposizioni oltre alla possibile stanchezza del conducente. Il riserbo è d’obbligo per lasciare campo libero agli inquirenti, ma tra i diversi commenti, Antonio L. che non sono riuscito a rintracciare, sostiene una tesi in realtà plausibile per me e diversi colleghi: Su quel tratto esiste un autovelox all’altezza di Baiano fissato a 80 km/h; tutti frenano e il tamponamento è all’ordine del giorno. Il tratto è in discesa e scivoloso ed è già un luogo di incidenti inoltre, il guard-rail è basso.

Stando alle prime ricostruzioni pare che il tratto curvilineo della carreggiata celasse un incidente a catena tra cinque autovetture. Il bus trovandosi all’improvviso in rotta di collisione con le autovetture, ha schivato un devastante impatto frontale confidando dello spazio verso il guard-rail che però non ha retto al peso. Una manovra istintiva e professionale dove può generarsi un pendolo controllabile con il controsterzo dopo la frenata brusca, così come il scegliere un punto di collisione (la classica via di fuga) dove rimbalzare decelerando, ma è andata male. Sotto la lente anche le infrastrutture? Pare ci fosse un auto di uno straniero dedito ad attività illecite abbandonata in carreggiata ; questo stando agli ultimi aggiornamenti Mediaset. Qualche anno fa di sera sulla A4 nel tratto Bergamo-Milano con molta nebbia, alla guida del mio Domino trovai una lavatrice in corsia e qualche settimana dopo, sempre con la nebbia, un autovettura abbandonata sempre in corsia. Ricordo d’aver preso subito il telefono per allertare la stradale.

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