di Gianluca Celentano

Sono le 7 e 30 di lunedì e sto percorrendo la tangenziale est di Milano alla guida di un autobus. Nonostante il contesto della vita dell’autista sia fin troppo dispersivo, voglio analizzare il traffico concentrandomi sui movimenti degli altri veicoli. Mi accorgo che il traffico è aumentato di poco rispetto al passato, almeno dagli ultimi dieci anni. È invece solo peggiorato. Il clima socio-politico in molti casi avvertito come ostico, sembra si riversi anche nel comportamento interpersonale degli altri utenti della strada, provocando azzardi nelle manovre e generando poco o pochissimo altruismo verso gli altri utilizzatori. Fermarsi e dare la precedenza può significare farsi tamponare.

La tangenziale

L’uso corretto delle corsie è il primo particolare che balza all’occhio, le auto sono distribuite su tutte e tre le corsie della tangenziale, dove ti aspetteresti maggior traffico in quella esterna, un po’ meno nella centrale e più scorrevole quella interna. Proprio in quella interna si alternano veicoli che prendono velocità per poi decelerare. All’improvviso l’automobilista davanti a loro, per cambiare corsia frena senza motivo e non mette la freccia. Una “fisarmonica” che si ripercuote per qualche chilometro indietro e non sai chi ringraziare per l’inutile rallentamento. Puoi solo aumentare la distanza di sicurezza avendo il buonsenso di viaggiare ben sotto al limite di 90 km/h previsto in  tangenziale per le autovetture, 80 per i bus. Una quarta corsia sarebbe utile ma è l’educazione stradale che manca.

Un’utilitaria in corsia centrale cerca di superarmi a sinistra, capisco che potrebbe accelerare di più ma non lo fa, la guida è incerta, primo campanello d’allarme. Alzo il piede dall’acceleratore e via, l’auto sfila e gli facilito l’operazione. Appena l’incerto automobilista si posiziona poco dopo il mio posto di guida, avviene quello che per l’autista è una normale seppur pericolosa abitudine. L’auto vira a destra tagliandomi la strada per uscire dalla tangenziale. Inutile suonare le trombe o arrabbiarsi, è consuetudine; ti chiedi perché non abbia rallentato per tempo senza azzardare un sorpasso, posizionandosi dietro al bus – come da codice – per poi utilizzare la corsia di decelerazione e uscire.

I retrovisori

Gli specchietti esterni sono un optional, soprattutto il destro. Molti sono convinti che osservare il traffico dietro di loro con il solo specchio centrale interno, sia più che sufficiente per condurre un veicolo. Il clacson prende il posto dei freni e sembra che le manovre siano concesse “a fortuna”: se va bene okay, altrimenti mi suonano e io freno di colpo. Abbiamo visto cosa succede quando si frena senza motivo…

Le auto a noleggio giornaliero sono generalmente più a rischio di quelle di proprietà. Qui l’automobilista è potenzialmente un soggetto che guida ogni tanto e magari non conosce il traffico della tangenziale milanese.

C’è poi una percentuale, per fortuna limitata, di automobilisti che cerca l’aerodinamicità… Quelli che chiudono gli specchietti laterali con un click. Quando li intercetti devi stare alla larga perché gli spostamenti non sono prevedibili e ti finiscono sulle bagagliere.

Passatempo

Dall’alto del posto guida vedi tutto e la privacy dell’automobilista è compromessa facendo scoprire le abitudini di tanti insospettabili trasgressori delle regole. C’è chi chatta, chi è in video-chiamata, chi legge le ultime news. Strano? No fidatevi, è realtà. Sono gli stessi che al verde semaforico non partono subito perché distratti dal cellulare.

I furgonari sono una simpatica categoria, ma sono le dimensioni il problema. Escludendo quelli che con solerzia seguono le regole, molti si trovano alla guida di grossi veicoli che conducono (male) con la disinvoltura di un’automobile. Beh, non è colpa loro, hanno una patente B, ma anche poca consapevolezza sulle masse. Un giorno durante una violenta decelerazione, un furgone dalle sembianze di un vero e proprio autocarro, ha inchiodato i freni bloccando tutte e quattro le ruote – che fumavano – mettendosi di traverso. Fortuna vuole che il conducente ha rilasciato il freno facendo stabilizzare il mezzo e riprendendo la marcia.

In primo piano

Articoli correlati

Il cambio automatico? Apprezzato dagli autisti!

di Gianluca Celentano (conducente di autobus) Se guidi solo di tanto in tanto (ammesso che possa essere sufficiente), i cambi di marcia e le doppiette ti entusiasmano e ti fanno sentire vivo, ma l’autobus non diventa mai veramente un prolungamento della tua persona. Questa sensazione, invece, si man...

Nuovi bus, vecchi “problemi”: la sfida della tecnologia

di Gianluca Celentano (conducente di bus). Conosciamo realmente tutte, ma proprio tutte-tutte, le funzionalità del nostro fiammante torpedone? La risposta è no, almeno nel breve termine, è c’è un perché! Dopo averne sentito tanto parlare nelle rimesse, l’arrivo di un nuovo autobus rappresenta un gio...