Blablabus scopre le carte. Primo obiettivo: Germania e Benelux. L’intervista
DI SEGUITO, UN ESTRATTO DEL SERVIZIO PUBBLICATO SU AUTOBUS DI APRILE 2019 L’autobus è morto, evviva l’autobus! Si può chiamare inversione di rotta, quella prospettata da Blablacar, gigante del car pooling intenzionato a rilevare la compagnia francese (di proprietà statale) Ouibus? Ha destato grande clamore l’annuncio dell’offerta siglata dalla startup nel novembre scorso, una novità […]
DI SEGUITO, UN ESTRATTO DEL SERVIZIO PUBBLICATO SU
AUTOBUS DI APRILE 2019
L’autobus è morto, evviva l’autobus! Si può chiamare inversione di rotta, quella prospettata da Blablacar, gigante del car pooling intenzionato a rilevare la compagnia francese (di proprietà statale) Ouibus? Ha destato grande clamore l’annuncio dell’offerta siglata dalla startup nel novembre scorso, una novità che spariglia le carte sul tavolo di un settore, quello del trasporto persone, interpretato dai più come polarizzato tra modalità tradizionali (e gli autobus sono tra queste) e nuovi attori la cui parola d’ordine ‘sharing’ è vista spesso come fumo negli occhi dal mondo del trasporto canonico.
Una visione colpevole di peccato di semplificazione. Le cose sono molto più complesse. Lo dimostra la vision di Blablacar, nata come punto d’incontro tra chi ha in programma un viaggio in auto e ha posti vuoti a bordo e chi deve compiere lo stesso tragitto e gradirebbe un passaggio, dietro pagamento di un piccolo rimborso. Nato dall’auto, il ‘sistema Blablacar’ ora guarda all’autobus, sotto il nome Blablabus (in Germania ne sanno già qualcosa). Anche il treno sarà della partita.
Ines Courmier, responsabile del progetto autobus di Blablacar, ci può delineare i contorni del suo gruppo?
«Blaclacar ha 70 milioni di membri al mondo. Sono 22 paesi i coinvolti, tra Europa e paesi extraeuropei come Russia, India e Messico. Abbiamo sedi in diverse nazioni, tra cui l’Italia, dove lavorano in tutto 350 persone.
La Russia, dove abbiamo iniziato le attività nel 2013, è oggi il nostro più grande mercato con 20 milioni di membri, segue la Francia con 15 milioni di utenti. In Italia sono 2 milioni».
Nel novembre scorso avete fatto offerta per rilevare Ouibus. Ci può dare degli aggiornamenti in merito?
«Prima vorrei fare un passo indietro. L’interesse per il mondo autobus è iniziato in Russia, dove, a fronte di una grossa domanda di passeggeri, abbiamo offerto la possibilità di fare alcuni tragitti in autobus. Abbiamo pensato di trasformare questo aspetto in una nuova opportunità per aprire il nostro mercato allargandoci dalle auto ad altri sistemi di trasporto.
In Francia ci siamo trovati in una situazione simile nella primavera 2018. Tra aprile e maggio abbiamo offerto alcune corse in autobus sulla nostra piattaforma, in collaborazione con vettori partner. Ora vogliamo andare oltre».
In che modo?
«Vogliamo aprire il nostro business anche ai servizi in autobus su lunga distanza. Per questo motivo vogliamo acquisire Ouibus. Ora siamo nel momento tra l’offerta e la chiusura dell’affare, l’acquisizione non è ancora completata. Dovrebbe concludersi in giugno».
Intanto hanno iniziato a circolare le immagini dei primi Blablabus in circolazione in Germania…
«Esattamente. Il nostro obiettivo è quello di lanciare Blablabus in Germania e Benelux durante il secondo quadrimestre 2019. Vogliamo arrivare a coprire 60 città entro il primo anno di attività. Queste città saranno servite da Blablabus, in ogni caso, non da Ouibus. Successivamente il nostro obiettivo è quello di estendere la rete di autolinee negli stati europei in cui siamo già presenti con i servizi di car pooling, collaborando con più operatori locali».