Oggi, 16 luglio 2019, parte la prima linea Blablabus. Alle 8.30 si metterà in moto il motore dell’autobus pellicolato Blablabus di Dibiasi che da Bologna arriverà a Montpellier non prima però di aver fatto tappa a Parma, Genova, Nizza, Tolone e Marsiglia.

Andrea Saviane, Country Manager Italy Blablacar, partiamo dall’inizio. Si è concluso l’iter di acquisizione di OuiBus?

«L’acquisizione di OuiBus è stata completata. Ad oggi le strutture di Ouibus e di Blablacar stanno lavorando in un unico team. Abbiamo ereditato la rete precedentemente gestita da OuiBus con le relative autorizzazioni e i contratti in essere con partner e distributori».

BlaBlabus

Su quale modello industriale si basa l’offerta Blablabus?

«Consideri che OuiBus operava sia con mezzi propri sia attraverso le partnership con operatori terzi. Nel corso del tempo OuiBus ha optato per il secondo modello. È per noi stato naturare procedere in questa direzione. L’acquisizione include, voglio essere chiaro, anche l’accordo con i dipendenti OuiBus che sono stati ricollocati».

Parliamo di offerta…

«OuiBus è il primo operatore francese del mercato della linea a lunga percorrenza, una rete che s’innerva anche in altri Paesi europei. Le posso dire che ci sono già due linee giornaliere tra Milano e Parigi (una via Genova e l’altra via Lione n.d.r.) sulle quali Blablabus è subentrata e poi ci sono linee che portano in Spagna e Germania. Siamo un gruppo europeo in grande espansione».

Blablabus

Una curiosità. Tutti i vostri autobus saranno brandizzati con i vostri colori?

«Certamente. Non sarà un processo ‘on – off’ ma graduale. Comunque in breve periodo vedremo in giro per l’Europa autobus con il nostro logo».

L’utente dove potrà acquistare i biglietti?

«Attraverso il nostro sito o tramite la nostra applicazione. Consideri che la nostra community di Blablacar in Italia conta 3 milioni di utenti e oltre la metà di questi ha scaricato l’App. Sui nostri canali sono già disponibili sia i viaggi erogati direttamente da BlaBlaBus sia quelli dei nostri partner».

Partner?

«Sì, abbiamo dei partner strategici. Per esempio in Italia operiamo con Marinobus».

Ci può spiegare meglio la natura di questo accordo?

«Ci sono specifiche aree del territorio che non verranno coperte direttamente dalla nostra offerta ma da linee già esistenti ed erogate da altre aziende. Come nel caso della già citata Marinobus, che voglio ricordare è un’azienda che aveva già in essere un contratto di partnership con Ouibus».

In Italia Blablabus e MarinoBus resteranno comunque due soggetti separati…

«Assolutamente sì, ma nella piattaforma della nostra offerta integriamo gli orari. Abbiamo poi creato due hub, uno a Bologna e l’altro a Milano, in cui raccogliamo il traffico proveniente dal Sud, e viceversa, e lo connettiamo con le nostre direttrici che convergono verso l’Europa».

A livello commerciale com’è strutturato questo accordo?

«Molto semplice. Ci sono delle linee che gestiamo in partnership con un vettore, sia a livello di autorizzazione sia di vendita di biglietti. In altri casi, abbiamo la distribuzione di prodotti di altre aziende e nel caso dell’Italia è MarinoBus».

Qual è il vero valore aggiunto della vostra proposta?

«È necessario partire dalla visione del progetto. Con la piattaforma del carpooling abbiamo il dettaglio sia dell’utente sia e delle linee di maggior interesse. In buona sostanza abbiamo il ‘dato’, che oggi è fondamentale. Questo ci mette nelle condizioni confezionare un’offerta la dove c’è un vuoto. La visione a lungo termine è quella di avere un approccio multimodale. Siamo l’unica piattaforma dove l’utente, attraverso un’unica piattaforma, può scegliere l’opzione migliore per il suo viaggio».

Secondo voi il mercato della linea a lunga percorrenza è un segmento in crescita?

«Pensiamo che questa offerta aggiuntiva verrà accolta da domanda aggiuntiva. Le linee su cui stiamo lavorando sono le stesse che copriamo con il carpooling ma dove la domanda è in continua crescita».

Insomma, il famoso ‘dato’ è il vero valore aggiunto del vostro gruppo…

«Sì, il dato ma anche la nostra capacità di vendere già dal primo giorno i biglietti di una linea che non è da costruire ma che in sostanza già esiste come offerta di carpooling».

Come siete strutturati qui in Italia?

«L’headquarter resta in Francia, dall’Italia gestiamo tutta la parte operativa che va dal contatto con il potenziale partner al modello di collaborazione con lo stesso e tutta la parte organizzativa per la messa su strada dei mezzi».

Mi dica una cosa: vi professate ancora una start up?

«Lo stile e l’approccio dinamico è quello di una startup. Ma Blablacar è una realtà che ha dieci anni di vita e che ha finanziamenti per mezzo miliardo di dollari. Diciamo che la start up è più nel Dna che nella dimensione».

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