di Riccardo Esposito

Debutto per Blablabus sul mercato tedesco con un’aggressiva offerta commerciale con un allottment di posti per ogni corsa offerto al prezzo lancio di 0,99€. Un avvio che per modalità non può non ricordare lo sbarco sul mercato italiano di Megabus, indicata da molti a lungo con la sineddoche “L’azienda degli autobus a 1 euro” o con la similitudine “La Ryanair dei bus”.

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La discesa in campo di Blablabus

Notizia subito ripresa dai media italiani, incuriositi anche da quella che in termini calcistici è una vera e propria “discesa in campo” in trasferta, nel “giardino di casa” del first mover Flixbus. Significativo può essere il fatto che mentre nel 2015 lo sbarco di Megabus e Flixbus sul mercato italiano era stato paragonato dai media per analogia all’arrivo ormai una quindicina di anni prima dei vettori aerei low cost, oggi invece il secondo termine di paragone viene preso sempre all’interno dello stesso mercato dei trasporti in bus.

https://www.autobusweb.com/blablabus-scopre-le-carte-primo-obiettivo-germania-e-benelux-lintervista/

Flixbus e l’invenzione delle autolinee in Germania

Tra i meriti dell’ormai ex startup verde fluo, nata dalla fusione di due distinte realtà (Meinfernbus e appunto Flixbus) c’è quella di aver creato in Germania di fatto dal nulla il mercato della lunga percorrenza (sopra i 250 chilometri) in bus, mercato che, a differenza che nel nostro paese, ante liberalizzazione non esisteva.

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Blablabus, prezzi low cost?

Consultando il sito di Blablabus non si può non notare l’importante ruolo rivestito dalle strategie di revenue management. L’offerta city to city sul mercato tedesco a €0,99, denominata “Promo” appare, nei fatti, limitata a un contingente di posti per ogni autobus chiaramente indicato in fase di prenotazione. Tale tariffa inoltre, come è ovvio che sia, non è rimborsabile e non permette alcun cambio. Gli scaglioni successivi di tariffazione prevedono sempre il c.d. “prezzo psicologico” nella formula x,99€ con la stragrande maggioranza dei posti attualmente offerta a 9,99€.

A Sud delle alpi intanto Blablabus scalda i motori, per ora non quelli endotermici dei bus ma quelli di ricerca del sito italiano https://it.blablabus.com/ già operativo.

Il car pooling sale sul bus. Con Marino

Un breve tour del sito permette di capire che il nuovo “vertical” dedicato ai bus dell’operatore di car pooling francese, ha subito capitalizzato l’importante eredità dei contatti sviluppati a suo tempo da Ouibus ed in particolare dal network di “Code-Sharing” con Marinobus, Alsa e National Express, leader di mercato nei rispettivi paesi.

Tramite il sito italiano di Blablabus è già possibile comprare tratte interne nello stivale come Milano-Roma (che come chiaramente indicato in fase di prenotazione viene operato da Marino) o Milano-Genova a bordo invece dei bus Alsa. Buona e a mio avviso con grande potenzialità l’idea di fare (per ora, sic!) del sito italiano di Blablabus un canale di vendita per segmenti di corse che sui siti dei relativi vettori non riescono a godere di adeguata visibilità, effetto paradosso del successo e della leadership sui relativi mercati core, come Nord Italia-Puglia per la nota azienda del picchio rosso di Altamura.

La commercializzazione di tali segmenti crea inoltre delle c.d. “Esternalità di rete” evitando l’effetto deleterio del “portale vuoto” e della “scarsità di offerta” nella fase di KickStarting.

L’auto è più economica del bus

Inevitabile un confronto sinottico Blablacar vs Blababus tra il prezzo (medio) del carpooling e quello della corrispondente corsa in bus, che al momento, nel caso in esame Milano-Roma vede ovviamente trionfare la prima modalità con prezzi più bassi di circa il 30%.

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Blablabus, i dati sono ricchezza

E mentre i giornalisti si concentrano sulle potenzialità di integrazione tra carpooling e offerta di bus di linea a lunga percorrenza, personalmente vorrei sottolineare come una delle killer application di Blablabus può essere la possibilità di accesso all’enorme mole di dati aggregati del portale Blablacar. In un momento in cui anche il settore mobility appare sempre più data driven poter conoscere i desiderata degli utenti, i casi di matching e di dismatching può permettere di individuare dei nuovi mercati con una richiesta potenziale latente di trasporto non soddisfatta dai vettori tradizionali per via del loro costo e delle loro modalità.

Content is the king

Nel settore della Smart Mobility più ancora che il know-how operativo nella gestione di uno specifico mezzo di trasporto appare come fondamentale la capacità di saper intercettare tale domanda, commercializzando in maniera manco a dirlo digital soluzioni di trasporto a prezzi e condizioni competitive indipendentemente dal mezzo di trasporto utilizzato. Prova ne sia lo sbarco sulle rotaie tedesche dei treni verde fluo di Flixtrain.
Nel settore della comunicazione per anni si è considerata come un paradigma la nota massima di Marshall Mc Luahan “The Medium is the message” coniata nell’ormai lontano 1964. Per almeno una quarantina di anni il mezzo di comunicazione in sé è stato considerato più importante del contenuto e del significato del messaggio stesso. Questo paradigma è stato ovviamente rimesso (velocemente) in discussione della rivoluzione del web 2.0 che ha messo al centro invece i contenuti, per cui oggi “Content is the King”.

Per analogia nel settore mobility finora si è parlato di una concorrenza “treno contro aereo”, “autobus vs treno” “Auto privata vs autobus” ecc. E se invece la vera antitesi da porre fosse tra vettori “dell’ancienne regime” e operatori della smart mobility data driven indipendentemente dal mezzo di trasporto?

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