È quasi assodato che molti italiani “non sanno viaggiare”, o meglio, ottimizzare il bagaglio. Sarà per una certa ansia di non avere a portata di mano qualche oggetto, oppure per un eccesso di previdenza riguardo a vestiti e accessori (come le scarpe che sono ingombranti), legati più a un “se” che a un reale utilizzo e utilità durante il viaggio. Qualcuno addirittura porta con sé la macchinetta elettrica per il caffè, ignorando che ormai è presente persino nelle camere degli hotel.

Imparare a viaggiare

Non è raro imbattersi in persone che portano con sé due grandi trolley a testa, oltre alle borse a mano. Alcuni ne hanno addirittura tre, lasciando da capire come riescano a muoverli contemporaneamente. Probabilmente si tratta di persone che non hanno viaggiato molto.

Quello appena descritto rappresenta un problema – già sotto gli occhi di tutti gli operatori del comparto trasporti – soprattutto quando si parla di voli low cost. Provate a domandare a qualche comandante di aeromobile e confermerà la tendenza, che obbliga inoltre a imbarcare più carburante. Sulle linee a lunga percorrenza può addirittura capitare che qualcuno scambi il bus per un camion dei traslochi; chi è del settore sicuramente comprenderà cosa intendo.

Autista sempre al centro del problema

Fatto sta che tutte queste pesanti valigie devono, in qualche modo, entrare nella bagagliera, e per l’autista non è un momento molto felice. Le soluzioni sono sostanzialmente due: all’apertura delle bagagliere le valigie vengono caricate dagli stessi viaggiatori oppure deve impegnarsi il conducente con calcoli geometrici in base agli spazi interni. Il problema non è tanto trovare una collocazione interna (aspetto comunque da non trascurare), ma il loro peso, deleterio a lungo andare per il fisico del conducente. Purtroppo molte società fanno orecchie da mercante su questo aspetto, qualcuna incarica personale apposito, altre riconoscono una sorta di TIP – extra money for service – che per molti risulta un’interessante forma di guadagno, obbligando però tutti gli altri colleghi ad allinearsi alla scelta aziendale.

Viaggi VIP

A bordo non deve salire quasi nulla, come è noto, ma sul carico bagagli le cose cambiano a seconda dei gruppi trasportati. Se un viaggio ha un costo coerente in termini di qualità e spese, seppur più oneroso per i viaggiatori, il problema bagagli è meno sentito. Generalmente i viaggiatori di quella classe sono auto-disciplinati e lasciano addirittura interessanti mance. L’argomento mance in realtà esiste ma solo ahimè in certi tipi di viaggi; tuttavia i colleghi disposti ad ammetterlo sono davvero pochi.

Degne di nota sono le gite organizzate dal C.A.I. San Fruttuoso, località in provincia di Monza. Pensate, è stato redatto un vero e proprio regolamento a bordo del bus da rispettare, e di cui vi propongo qualche passaggio:

“Le regole che non solo derivano da semplici considerazioni di buona educazione, ma che sono soprattutto dettate dal codice della strada (e regolamento CEE, CVV, direttiva CEE 314/90) al fine di garantire la propria e l’altrui incolumità. Viene riportata anche una sintesi del regolamento per le ore di guida degli autisti. In viaggio non solo è vietato rimanere in piedi, ma è anche vietato sostare in prossimità delle porte di uscita. I passeggeri sono inoltre tenuti ad assumere una posizione corretta, e comunque tale da non pregiudicare la sicurezza altrui, e ad usare le cinture di sicurezza, per i pullman che ne sono dotati, in ottemperanza alle disposizioni della direttiva 2003/20/CE che modifica l’articolo 172 del codice della strada. Ogni qual volta il pullman effettua una sosta, i passeggeri devono rimanere seduti sino all’arresto del mezzo stesso. I passeggeri sono inoltre tenuti a scendere dal pullman qualora il conducente abbia la necessità di allontanarsene.”

Soffermarsi sulla realtà

Si evince che le regole, seppur non sempre comprese, hanno una precisa finalità, anche legata alla stessa sicurezza del viaggio. Inutile quindi prendersela con l’autista quando avvengono incomprensioni, sapendo benissimo che, a fronte anche di tariffe “troppo” concorrenziali, le regole sono spesso “scomode” ed è più conveniente relegare le problematiche al buonsenso del conducente, dimenticando che si tratta di una persona con una dignità.

di Gianluca Celentano (conducente di autobus).

In primo piano

Energy Mobility Solutions, la bussola di Iveco Bus per guidare i clienti verso la transizione energetica. L’intervista a Federica Balza, Sales Infrastructure Engineer

Si chiama Energy Mobility Solutions ed è il modello di business per la mobilità elettrica messo a punto da Iveco Bus per supportare gli operatori nella transizione energetica, offrendo una soluzione chiavi in mano su misura, dalla progettazione dei veicoli e delle relative installazioni alla loro re...

Articoli correlati

BLOG / Crisi conducenti, patenti Ue e classe dirigente

L’argomento è davvero molto rilevante e problematico, soprattutto per le microimprese con meno di 10 dipendenti, che la crisi dei conducenti sta mettendo seriamente in difficoltà, con il rischio di chiusura. La questione riguarda le patenti, ma è necessario fare prima un passo indietro per aff...
Blog

Fiat Iveco 421A, quando il bus diventa leggenda

Tra i numerosi autobus che ho guidato nel mio percorso con il trasporto pubblico locale, ce n’è uno che rimane particolarmente impresso nei miei ricordi: il Fiat Iveco 421A, seppur anche con l’U-Effeuno ci siano ricordi interessanti. Non posso dimenticare quei lunghi tragitti da Lambrate a Piazza Sa...