Autunno freddo per gli autisti?
di Gianluca Celentano (conducente bus)
L’allarme arriva anche da una recente nota di Confcommercio Imprese per l’Italia: «Nei primi sei mesi del 2023 saranno a rischio circa 120mila imprese del terziario e 370mila posti di lavoro». Le imprese nonostante i drammatici postumi del Covid hanno cercato di rimboccarsi le maniche e continuare a lavorare con un briciolo di ottimismo, ma a questo già drammatico scenario si è aggiunta una previsione che potrebbe avverarsi in autunno per effetto del costo del gas.
Infatti, oltre ai posti di lavoro, potrebbe traballare tutto il settore terziario, quello dei servizi con l’intera filiera, dove il trasporto persone è al centro. La previsione non è quindi rosea per alberghi e ristorazione in cui, rispetto al 2021, potrebbero esserci aumenti triplicati.
Cosa può fare il noleggio
In realtà molto se ci sono gli strumenti e questo grazie alle capacità camaleontiche del comparto di adattarsi alle nuove sfide, come è avvenuto con successo durante la pandemia. Infatti con la crisi petrolifera del 1973 le auto private rimanevano parcheggiate sotto casa ed erano gli autobus a incrementare le corse permettendo la pubblica mobilità. Tuttavia la situazione geopolitica sta attaccando il nostro paese in un momento di fragilità istituzionale dove, sul piatto del comparto del trasporto persone non ci sono risorse per il settore e contemporaneamente problematiche da risolvere, prima fra tutte la carenza di autisti.
Defiscalizzare il lavoro
Abbiamo già avuto modo di ribadire che gli autisti non mancano e la passione per la guida di un torpedone è ancora viva in tantissimi colleghi che però si vedono penalizzati da retribuzioni non in linea con l’esperienza. Se a queste si aggiungono le difficoltà oggettive del mestiere di autista in una “fase storica” dove tra l’altro si percepisce una maggiore aggressività della società, non è da stupirsi se si è arrivati al contendersi i conducenti. Basta farsi un giro sui social per capire. Sulla parte economica si poteva intervenire già vent’anni fa, ma non è stato fatto, mentre si è focalizzato tutto su privatizzazioni e una comprensibile ottimizzazione del servizio. Quindi defiscalizzare il costo del lavoro per liberare risorse per i lavoratori è un passaggio cruciale anche perché non si vive di sola passione.
L’unione per le nuove scommesse
Anni addietro avevo fatto una previsione circa i conducenti provenienti da diverse realtà lavorative, ma in realtà tutti uniformati non solo con la camicia azzurra e pantaloni blu, ma anche nei servizi. Seppur ancora avvolto nella nebbia, credo che ci stiamo avvicinando a questo concetto multitasking per autisti (e aziende) un po’ per una necessità di gestione diversa della risorse economiche, un po’ per l’emergenza del periodo e un po’ per avere un solido e credibile coordinamento nelle aree di esercizio. Il ruolo dei vettori privati rappresenterebbe in questo contesto una nuova vita produttiva, risultando decisivo come abbiamo già visto, anche per sopperire agli attuali numeri dei conducenti.
Rendere più interessante il lavoro
In particolare per i colleghi che da anni sono abituati a lavorare seguendo schemi fissi, qualsiasi cambio di rotta può comprensibilmente inquietare ma le cose non stanno affatto così. Credo infatti che si voglia puntare sulle “nuove leve” forse più aperte alle novità. Il sentore è che il comparto si stia evolvendo verso un’uguaglianza di trattamento, aspetto da cogliere a braccia aperte, che offrirebbe semmai più opportunità di scelta. In virtù di una parte economica che non rende giustizia “al professionista” e da cui si aspettano risposte politiche, le stesse imprese sono ben consapevoli di una demotivazione tra i conducenti legata anche a turni e disponibilità e l’ultima cosa che vorrebbero è perdere i loro autisti. Mettere davanti le critiche prima ancora di aver osservato come si assesterà il comparto è solo controproducente per tutti.
C’è voglia di fare esperienze
Seppur molti colleghi al capolinea preferiscano rimanere al posto guida, qualcuno mi fa capire di avere un curriculum di esperienza molto più ricco rispetto a vent’anni fa. Tra questi alcuni non associano eventuali cambiamenti come un salto nel buio, anzi sembrano curiosi di capirne di più. Infatti è stato investito molto “nel backstages” del settore, rendendolo (almeno apparentemente) più giovane e dinamico. Poco e nulla è stato fatto per gli addetti ai lavori, gli autisti. In questo contesto capisco che l’azienda o la grande società in senso generale non rappresenta più un traguardo ma un’opportunità. Molti sono disponibili a provare o diversificare il tpl con esperienze lavorative sulla lunga percorrenza/noleggio o altro per poi magari tornare al punto di partenza dopo qualche anno. Ecco, opportunità, flessibilità, ampliamento degli orizzonti possono significare anche questo: cancelli aperti e non preclusivi e soprattutto con retribuzioni adeguate.