Autolinee Toscane, un nuovo bus ogni 2 giorni
Un bus ogni due giorni da ora a fine 2024, e poi il grande balzo che vedrà due bus nuovi ogni giorno (festivi e domeniche compresi) sulle strade della Toscana per garantire un servizio di trasporto pubblico locale sempre più efficace, efficiente e sostenibile sia dal punto di vista ambientale che sociale. È questo, […]
Un bus ogni due giorni da ora a fine 2024, e poi il grande balzo che vedrà due bus nuovi ogni giorno (festivi e domeniche compresi) sulle strade della Toscana per garantire un servizio di trasporto pubblico locale sempre più efficace, efficiente e sostenibile sia dal punto di vista ambientale che sociale.
È questo, in sintesi, il piano che Regione Toscana e Autolinee Toscane stanno realizzando a favore della mobilità pubblica regionale su gomma. Un processo di profondo rinnovamento del parco mezzi che porterà l’età media dei bus in giro per le strade toscane a circa 7 anni di media. Ricordiamo che a inizio gestione di at, nel novembre del 2021, l’età media dei bus era di circa 14 anni.
Autolinee Toscane
“Il rinnovo del parco mezzi – commenta il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani – è uno degli strumenti fondamentali per far compiere alla mobilità su gomma in Toscana un salto di qualità nella direzione giusta, che è quella della sostenibilità ambientale e dell’efficienza, per un servizio all’altezza delle aspettative. Sul trasporto nel suo complesso la Regione investe 630 milioni di euro. In particolare, il trasporto pubblico locale su gomma affidato ad Autolinee Toscane Impegna la Regione per 300 milioni di euro. In un momento in cui la transizione ecologica deve essere la stella polare delle nostre scelte – conclude Giani – la Toscana fa una scelta di coerenza che per essere completamente efficace ha bisogno di essere accompagnata anche da scelte adeguate a livello nazionale ed europeo”.
“L’accelerata impressa al rinnovo del parco mezzi è positiva – spiega l’assessore Stefano Baccelli- e risponde ad un’urgenza precisa che è quella di rendere sempre più fruibile, confortevole, moderno e sostenibile il trasporto pubblico. Dal 2025 ci saranno due nuovi bus ogni giorno sulle strade della Toscana e l’obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita dei cittadini, facilitando i loro spostamenti con mezzi adeguati, sui quali le persone siano incoraggiate a salire, lasciando a casa l’auto. Questo può accadere solo se l’alternativa al mezzo privato è valida ed efficiente ed è a questo che deve puntare il trasporto pubblico, oltre che all’eco sostenibilità”.
Nei giorni scorsi si sono svolte alcune presentazioni di nuovi mezzi a Siena, Grosseto, Pisa, Lucca e Firenze. Altre presentazioni proseguiranno nelle prossime settimane. Si tratta, sostanzialmente, di due tipologie di veicoli. Bus urbani di varie lunghezze (fino a 18 metri per coprire le tratte ad alta frequenza) alimentati da motori Euro 6 a metano, riconoscibili dalla livrea bianca. E bus interurbani, di colore blu, in alcuni casi anche snelli come lunghezza, per muoversi lungo tratte extraurbane dei comuni e delle aree più periferiche dove le strade sono più strette.
I dati
Da quando at è arrivata in Toscana (1° novembre 2021) sono già stati acquistati e messi a servizio del Tpl oltre 400 nuovi bus. Da oggi al 31 ottobre 2024 ne entreranno in servizio altri 246. Significa che in 3 anni at e Regione Toscana avranno dotato il parco mezzi del Tpl di circa 650 nuovi autobus per un investimento che si aggira sui 156 milioni di euro. In pratica, da qui a fine 2024, la media sarà di un nuovo bus in ingresso in Toscana ogni 2 giorni.
“Autolinee Toscane sta investendo risorse importanti per rinnovare il Tpl toscano – commenta il Presidente Gianni Bechelli -. In alcuni casi, come nei mezzi a metano e a breve anche quelli ibridi ed elettrici, i fondi arrivano anche da finanziamenti europei e/o statali a favore di Regione e Comuni, ma per il resto si tratta di azioni fatte direttamente con le nostre risorse. E lo stiamo facendo durante una fase estremamente difficile per il trasporto pubblico italiano, a cui mancano almeno 1.700 milioni, 800 per coprire le perdite post-Covid e 900 per rinnovare il contratto degli autoferrotranvieri. Oggi questo settore, così strategico per garantire la mobilità pubblica collettiva quale strumento di trasformazione ecosostenibile, è in debito di ossigeno evidente, da diversi anni, come dicono non solo le aziende e i sindacati, ma anche tutti i Presidenti di Regione e la stessa Commissione Trasporti della Camera in modo bipartisan. Per noi, e quindi per tutto il sistema di trasporto pubblico su gomma, in Toscana diventa fondamentale che anche la politica e le istituzioni a livello nazionale e locale facciano scelte conseguenti e coerenti. Perché non ci sono alternative: se si ritiene che il Tpl sia lo strumento indispensabile per garantire sempre più mobilità collettiva e sempre meno auto e smog, allora occorre garantirgli le risorse necessarie a non morire di asfissia finanziaria”.
Il futuro
Puntando lo sguardo al futuro, il 2025 sarà l’anno chiave per un rinnovamento ancora più profondo.
“Dal 2025 cominceranno ad arrivare altri 800 nuovi bus in Toscana – spiega l’Ad “at” Jean-Luc Laugaa – di questi oltre 700 acquistati con risorse proprie e 68 con fondi statali e Ue ottenuti dalla Regione Toscana. Metteremo ogni giorno due bus nuovi sulle strade toscane così da dimezzare l’età media dei mezzi e portarla in linea con quella europea: circa 7 anni. Un bel salto in avanti rispetto ai 14 anni di età media dei bus che abbiamo ereditato nel 2021 dai precedenti gestori. Il nostro obiettivo è la costruzione di una vera e grande azienda regionale toscana di trasporto pubblico su gomma. E lo stiamo facendo con i fatti e gli investimenti, non a parole, attraverso enormi risorse spese in mezzi, in assunzioni di personale (già oltre mille assunzioni da novembre 2021 a oggi a tempo indeterminato) e tecnologie al servizio degli utenti. La Toscana è l’unica regione in Italia dove si può pagare il biglietto a bordo ovunque sui bus, senza costi aggiuntivi, col sistema contactless: da Zeri a Capalbio, senza distinzioni fra gli utenti. Tutto questo comporta uno sforzo finanziario e progettuale enorme che solo una grande azienda che fa parte di un grande gruppo come RATP può sostenere, naturalmente a patto che le istituzioni ci permettano di farlo in equilibrio e sostenibilità”.