200 milioni di euro e 10 milioni di viaggiatori: queste le cifre del mercato della media e lunga percorrenza su gomma in Italia nel 2016, affidate dall’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) ad un’indagine conoscitiva riassunta in un articolo del Sole 24 ore. Dalla liberalizzazione del 2014 in poi, i numeri di utenti e giro d’affari hanno intrapreso, in Italia, una crescita a doppia cifra (15-18 per cento ogni anno). Che non accenna a fermarsi.

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Autolinee, l’Italia è un contesto fortunato

Secondo lo studio, le  autolinee coprono una percentuale pari al 12 per cento degli spostamenti di media-lunga distanza su mezzi collettivi. La stima è di dieci milioni di utenti nel 2016. Il volume d’affari? Nel 2016 è stato di circa 200 milioni di euro, aumentato del 50 per cento rispetto ai 130 milioni del 2012. Il futuro non mancherà di regalare altra crescita: «A sostenere le aspettative di crescita del settore – spiega l’Authority – sono alcuni fattori del contesto italiano: la concentrazione della popolazione in grandi centri urbani, la presenza di città d’arte e altri luoghi di forte attrazione turistica, anche dall’estero, la demografia studentesca che porta a flussi significativi tra città piccole, anche periferiche e città universitarie, non tutte servite da reti ferroviarie».

Imprese piccole e meridionali

L’offerta si focalizza sui collegamenti tra nord e sud della penisola (e di fatto le principali imprese del settore hanno il loro quartier generale nel meridione). Nell’indagine dell’Art si legge che il mercato delle autolinee conta attualmente «145 imprese autorizzate ad operare, per un totale di circa 245 autorizzazioni». Nella stragrande maggioranza di casi, si tratta di aziende medio piccole. Solo nove hanno oltre venti addetti. I primi cinque operatori si spartiscono il 60 per cento della torta.

L’autobus e la moda

Negli ultimi due anni la domanda si sarebbe assestata su una crescita del 15-18 per cento annuo. Tanto ha contato l’abbassamento generale delle tariffe (che solo recentemente hanno ricominciato a salire) e, soprattutto, le strategie di marketing aggressivo portate avanti da realtà come Flixbus (che ha costretto altri operatori a mettersi sulla stessa lunghezza d’onda aggiornando i metodi di comunicazione). Risultato? L’autobus è tornato di moda. E ora l’ingresso nel mercato di Fs con il servizio Busitalia Fast promette di sparigliare le carte. Ieri Busitalia ha ufficializzato l’acquisizione di Qbuzz, operatore olandese: Fs guarda ben oltre i confini nostrani.

E il futuro? Concentrazioni

Lo studio allarga il proprio sguardo al prossimo futuro: «Anche se non è facilmente prevedibile la configurazione che assumerà il mercato nei prossimi anni e i modelli di business che prevarranno – conclude l’Authority -, si può ipotizzare l’accentuarsi del processo di concentrazione tramite “aggregatori” sul modello Flixbus, ma anche attraverso operazioni di fusioni ed acquisizioni ad opera di imprese appartenenti a grandi gruppi industriali orientate a investire più direttamente sugli asset, quali autobus e hub multimodali, nonché a cogliere inedite sinergie derivanti dalla gestione di infrastrutture stradali».

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