Autolinee abbandonate, alta velocità ferroviaria sussidiata. Paolo Beria sul Dl Rilancio
Il governo sostiene l’alta velocità ferroviaria, ma abbandona gli operatori di autobus di lunga percorrenza. Creando, di fatto, una situazione di distorsione del mercato e della libera concorrenza, oltre che un danno alle categorie di utenti più deboli. Ne scrive Paolo Beria, docente del Politecnico e referente del laboratorio Traspol, su Business Insider. Alta velocità […]
Il governo sostiene l’alta velocità ferroviaria, ma abbandona gli operatori di autobus di lunga percorrenza. Creando, di fatto, una situazione di distorsione del mercato e della libera concorrenza, oltre che un danno alle categorie di utenti più deboli. Ne scrive Paolo Beria, docente del Politecnico e referente del laboratorio Traspol, su Business Insider.
Alta velocità sussidiata, autolinee… no
Beria introduce il tema utilizzando una metafora: «il ristorante di pesce sotto casa riceverà 80.000 euro all’anno per quindici anni, per compensare gli effetti economici subiti direttamente imputabili dall’emergenza. La pizzeria a fianco a lui, quella frequentata dai giovani del quartiere e dalle famiglie con i bambini, no. Il ristorante di pesce sì. La pizzeria no». Il ristorante di pesce rappresenta i servizi ferroviari a mercato, la pizzeria sono tutti gli altri. Compagnie aeree (naturalmente Alitalia rappresenta un caso a parte) e, naturalmente, gli operatori autobus che eserciscono servizi di lunga percorrenza. È quanto previsto dal Dl Rilancio. Già ribattezzato da Flixbus ‘Dl Rovina’ e oggetto di una levata di scudi da parte degli operatori del turismo su gomma.
Aziende indipendenti, le vittime del Dl Rilancio
A pagare lo scotto della crisi e dell’assenza di aiuti economici, prosegue Beria, sono in particolare «tutte le piccole aziende italiane che di Flixbus sono partner e hanno comprato autobus nuovi, pagano gli autisti e fanno la manutenzione». Oltre a queste «ci sono le grandi e piccole aziende storiche, rimaste indipendenti, che da una parte perdono utenti e ricavi e dall’altra soffriranno della concorrenza “vitaminizzata” con soldi pubblici di Trenitalia e Italo».
Dl Rilancio, un danno alle categorie più deboli
«L’AV non è usata solo dai ricchi, vero. Ma i bus sono certamente usati dalle categorie più deboli economicamente – sottolinea Beria -: studenti, anziani, persone che vanno a visitare parenti mettendoci il triplo del tempo, stranieri etc. Quindi questo decreto sta indirettamente sussidiando me, che vado a Roma per lavoro o per un fine settimana, mentre sta danneggiando il vettore che porta i miei studenti a trovare la fidanzata a Bologna o l’anziano di Taranto che viene a Milano per delle cure e per risparmiare 50 euro si fa 12 ore di bus».