Non c’è “solamente” l’onda della transizione energetica a travolgere – positivamente, sia chiaro – il mondo del trasporto persone (e merci), ma anche, per non dire soprattutto, quella della transizione digitale, che, volente nolente, chiama gli attori del settore a non farsi trovare impreparati, bensì pronti a raccogliere le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica. Chi ha affrontato di petto la sfida, nel campo degli operatori, è Autoguidovie, principale azienda a capitale privato nel comparto del trasporto pubblico italiano, che, per prima, si è dotata di un Chief Digital & Innovation Officer, figura chiave e vien da dire indispensabile per fare al meglio il proprio lavoro, quello di trasportare – in modo sostenibile, efficiente, efficace e sicuro – ogni giorno migliaia di persone.

In casa Autoguidovie questa nuova figura, entrata peraltro a far parte del managing board della società, risponde al nome e al cognome di Andrea Gigli, forte di un’esperienza ventennale nel campo della data science che gli ha permesso di supportare numerose aziende, di disparati campi, nella trasformazione digitale.

«Ho iniziato a lavorare nel 2023 nel mondo dei dati, dopo aver conseguito un dottorato di ricerca in statistica applicata. In questi due decenni ho lavorato per imprese di vari settori – farmaceutico, bancario, retail, petrolifero, gas e utility – aiutandole a valorizzare il loro patrimonio informativo e diventare digital first», ci racconta Andrea, presentandosi. Dunque, ha fotografato quelli che sono i tre ambiti specifici del suo lavoro e ruolo, che possiamo così sintetizzare:  aggiornamento dei processi operativi interni, sviluppo di modelli di intelligenza artificiale e abilitazione delle persone all’uso di strumenti digitali. Se vogliamo, sono questi tre i concetti chiave, che andiamo a snocciolare.

  • Aggiornameno di processi operativi interni,ovverori-definizione  della modalità in cui l’informazione disponibile può creare valore per i clienti, il personale, e il territoriograzie alle nuove tecnologie come l’IA, big data e digitalizzazione.
  • Sviluppo di modelli IA,cioè lo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale, per migliorare l’efficienza operativa e la qualità dei servizi offerti.
  • Abilitazione all’uso di strumenti digitali, che significamettere in grado il peronale di Autoguidovie di utilizzare gli strumenti digitali nell’operatività quotidiana, migliorando l’utilizzo dei dati e l’adozione dell’intelligenza artificiale nelle organizzazioni.

Un altro aspetto centrale, che Gigli tiene a sottolinearci è quello dell’apprendimento continuo e della consapevolezza dei limiti delle tecnologie a disposizione, specialmente in un campo in rapida evoluzione come quello dell’intelligenza artificiale: «Nel mondo tecnologico attuale, dove le tecnologie nascono e muoiono rapidamente, è fondamentale rimanere sempre aggiornati e sviluppare la coscienza di quello che può essere e non può essere fatto con una certa tecnologia: se da un lato la maggior parte delle aziende hanno nuove possibilità grazie all’AI, è importante accettare che l’AI non può risolvere la maggior parte dei loro problemi, che sono problemi di prodotto, di modello di business, organizzativi. La tecnologia – l’AI in questo caso – è uno dei tanti strumenti che può aiutare a risolverli, ma mai da solo. ».

Insomma, tutto questo, legato al mondo del trasporto persone e al tran-tran quotidiano di Autoguidovie possono sembrare un Everest da scalare. E forse lo è, ma Andrea, ci dice di essere equipaggiato a dovere di essersi imbarcato con entusiasmo in questa avventura. Tanto da aver già gettato i primi semi per un progetto di nowcasting in collaborazione con università e centri di ricerca – l’Università di Pisa e l’ETH di Zurigo – per prevedere la domanda di trasporto pubblico locale in tempo reale, utilizzando tecniche simili a quelle delle previsioni meteo.

Nella chiacchierata, il nuovo Chief Digital & Innovation Officer di Autoguidovie, ci elenca le sue regole per il successo nella trasformazione digitale: partire dai problemi di business, bilanciare persone, processi e tecnologie, e considerare la trasformazione come un processo a lungo termine. Insomma, come maratona, non uno sprint: «Le trasformazioni digitali di successo non sono big bang. Devono essere graduali,capaci di coinvolgere l’intera organizzazione passo dopo passo, , e devono avvenire senza perdere di vista né la visione strategica né i valori fondanti dell’organizzazione».

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