Autoguidovie svecchia la flotta: si avviano verso la rottamazione quattro autobus over 15, entrano in flotta tre Mercedes Citaro e un Iveco Daily a metano. Tutti rigorosamento Euro VI. Accade a San Donato Milanese, prima cintura metropolitana, dove l’azienda lombarda introdurrà a breve un quartetto di veicoli nuovi fiammanti.

Tre Citaro e un Daily a metano

A cedere il passo sono due Bredamenarinibus 231 classe 2000 e due Cam Alè poco più giovani. Due Euro II e due Euro III, (tristemente) degni rappresentanti di un parco rotabile, quello italiano, che veleggia su un’età media di dodici anni. Autoguidovie si colloca in netta controtendenza: secondo i dati forniti dall’azienda (e aggiornati a oltre un anno fa), l’anzianità media del parco di trasporto pubblico impiegato nei contratti di servizio si attestava a quota 7,39 anni. I nuovi protagonisti del tpl cittadino saranno innanzitutto tre Mercedes Citaro C2K da 10,6 metri, in grado di ospitare fino a 85 passeggeri. Quindi, le strade di San Donato ospiteranno anche un Iveco Daily a metano di 7 metri (15 posti a bordo). Verrà utilizzato per il servizio a chiamata Miobus. A darne notizia è il periodico comunale. Stanno entrando in organico, nel frattempo, le nuove risorse assunte da Autoguidovie, che quest’estate ha aperto una ricerca di personale per 100 posizioni di conducente, destinato a giovani sotto i 29 anni. 400 i curriculum ricevuti. I primi 25 neoassunti sono entrati in servizio a metà settembre, l’ultima tranche a inizio 2018.

Autoguidovie sulla ribalta di Parma

Autoguidovie, partner del braccio delle ferrovie nella gomma Busitalia (con cui condivide l’amministratore delegato Stefano Rossi), è salita recentemente agli onori delle cronache per i fatti della gara di Parma. Doveva essere un passaggio epocale, la vittoria del tandem Busitalia-Autoguidovie nella gara per il servizio di tpl nella città emiliana e provincia. Invece, l’accoglimento da parte del Tar del ricorso presentato da Tep e Tper ha ribaltato le carte in tavola: tutto da rifare. I motivi? Poca trasparenza nei punteggi, troppa importanza attribuita agli aspetti economici, e una spinosa questione di conflitto d’interessi: l’ingegnere Daniele Diaz ha rivestito prima il ruolo di manager incaricato della preparazione della gara in qualità di collaboratore di Smtp (stazione appaltante) e, successivamente, di dipendente Busitalia come manager per la pianificazione strategica e sviluppo mercato. In estrema sintesi: prima ha scritto la gara, poi è stato assunto da un’azienda partecipante, e vincente. Nella sentenza del Tar si legge che tale doppio ruolo è «evidente e incontestabile, determinando una volta intervenuta l’assunzione del professionista in Busitalia, una quanto meno potenziale situazione di vantaggio competitivo di fatto di quest’ultima fondato sulla conoscenza di elementi ignoti alle altre concorrenti».

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