La sperimentazione in Svizzera
Introdotti per la prima volta nel dicembre 2016, i minibus a guida autonoma di AutoPostale sono stati oggetto di uno studio con l’obiettivo di indagare il possibile impiego di veicoli autonomi in spazi pubblici, nelle zone pedonali o in quelle industriali e conferma l’impegno di AutoPostale nella sperimentazione di nuove forme di mobilità. L’azienda di trasporto pubblico, aveva annunciato, che i nuovi veicoli non sostituiranno i tradizionali autobus, ma potranno integrarsi in futuro nella attuale flotta. Per garantire massima sicurezza, AutoPostale ha fatto apportare delle modifiche alle navette, come un ulteriore impianto di climatizzazione, tergicristalli anteriori, una batteria extra e una pedana per favorire l’accesso ai disabili. I due minibus hanno una velocità massima di 20 km/h, una capacità di 11 posti a sedere e saranno sempre presidiati da personale altamente qualificato per assistere i passeggeri e prendere il controllo del mezzo in qualsiasi momento.
La sperimentazione meranese è nata dal progetto “Mentor”, finanziato con 1,5 milioni di euro dal programma di cooperazione europea Interreg V/A Italia-Svizzera, con capofila i comuni di Merano e Briga-Glis, in Svizzera. Partecipano al progetto Noi Techpark, Sasa e PostAuto, l’assessorato alla mobilità della Provincia di Bolzano e Sta Alto Adige spa. Lo shuttle è solo un tassello del progetto che ha l’obiettivo di verificare la possibilità di sviluppare e promuovere nell’arco alpino una mobilità non legata al mezzo privato. “L’idea è che con un’app si possa accedere dallo smartphone a diverse offerte che possono andare dal bike sharing al car pooling”, spiega Roberto Cavaliere di Noi Techpark.
“Le nuove tecnologie per la mobilità esistono e sono sicure – sostiene Roberto Maldacea di ‘I mobility garage’, importatore di Navya – Questo shuttle è distribuito in 25 Paesi, in alcuni viene testato, in altri, come la Svizzera, è già integrato nel sistema del trasporto urbano. In Europa mancano solo Italia, Portogallo, Grecia ed Albania. Nell’ultimo anno, con questo veicolo sono stati percorsi un milione e mezzo di chilometri e trasportate 500mila persone”. Maldacea insiste sulla sicurezza di Navya: “È programmato per rispettare le regole del traffico, conoscendo in anticipo che una zona è a potenziale pericolo, per la presenza, ad esempio di una scuola. Nel test di Merano non supera i 25 km l’ora e, poi – aggiunge – il veicolo non si distrae, non parla al cellulare, non chatta e non saluta gli amici che vede per la strada”.
“Con i cambiamenti climatici, dobbiamo riflettere sulla mobilità di cui avremo bisogno in futuro e con questo progetto Interreg lo stiamo facendo – commenta il sindaco di Merano, Paul Rösch – dobbiamo inventarci qualcosa per sviluppare una mobilità che sia più vicina alle persone, ben sapendo che quella fondata sui mezzi privati non funziona più”. “Questo progetto ci mostra la direzione in cui deve andare la mobilità del futuro”, osserva l’assessore provinciale alla mobilità, Daniel Alfreider. Ed il futuro per l’assessore “è digitale e in rete”, per questo “come Provincia vogliamo investire in innovazione con la digitalizzazione”. “Vogliamo fare tutto il possibile per garantire che in futuro l’automobile non sia la prima scelta, ma che i cittadini passino sempre più spesso a forme di mobilità pubblica – conclude Alfreider – vogliamo diventare la regione nelle Alpi con la migliore offerta di mobilità sostenibile”.