Riceviamo e pubblichiamo integralmente una lettera firmata sul tema “gara Consip”, nella speranza che possa essere essere l’avvio di un dibattito costruttivo.

Da studioso dei trasporti, ho seguito con grande interesse la (ri)comparsa di CONSIP tra le centrali d’acquisto degli autobus, per capire se possa questo essere il modo giusto per rilanciare un settore che più di altri ha risentito in passato di grandi discontinuità. L’attuale orientamento governativo, inoltre, è di passare dagli oltre trentamila soggetti aggiudicatori delle gare pubbliche ad un massimo di duecento, con l’intenzione di ottenere economie di scala e di ovviare alle storture (non sempre fatte in buona fede) di certe procedure di gara, con la dovuta attenzione al nuovo Codice degli Appalti.

Autobus, gara Consip: gli altri esempi

Nel caso degli autobus, alcuni grandi gruppi quali Arriva o BusItalia hanno già centralizzato gli acquisti, pur non sempre con esiti positivi (si pensi ai vari lotti andati deserti nella gara BusItalia attualmente in corso). In altri casi, come in Emilia Romagna, aziende di trasporto pubbliche “virtuose” hanno affidato ad una di esse il compito di bandire grosse procedure di gara, così da ottimizzare su scala regionale il rinnovo del parco circolante. In altri casi ancora, l’amministrazione pubblica concedente i servizi ha provveduto all’acquisto dei veicoli per conto delle aziende di trasporto, talvolta perdendosi in inutili dettagli.

Asstra, le raccomandazioni per la gara Consip

E proprio perchè non c’è ancora una linea di intenti comune ed interamente condivisibile, ho provato ad analizzare quanto prodotto da CONSIP, dopo che la stessa amministrazione pubblica aveva intelligentemente convocato tutti gli operatori del settore in una sorta di dialogo competitivo, atto ad acquisire le informazioni tecniche necessarie a redigere capitolati che possibilmente non escludessero a priori i potenziali concorrenti. Non entrando negli aspetti tecnici, per la gran parte derivanti nel bene e nel male dalle prescrizioni ASSTRA, o tantomeno nelle tipologie di prodotto prescelte per questa prima grossa tranche di acquisti, dopo due giorni da me interamente dedicati alla lettura dei vari documenti, sono giunto alla personale conclusione che la gara CONSIP è sbagliata e forse andrebbe annullata. Ed ora provo a spiegare perché.

Autobus gara Consip, i metodi di acquisto

Innanzitutto perché CONSIP non acquista nulla, ma fornisce soltanto una convenzione alla quale molti operatori potranno/dovranno attingere. E per un prodotto non standardizzato (e ancora per lo più soggetto a prescrizioni di allestimento differenti da Regione a Regione) come l’autobus, una convenzione a livello nazionale non può funzionare, anche se integrata da una sorta di “listino accessori”.

Non solo: CONSIP, non garantendo alcun quantitativo minimo di acquisto o un numero massimo di contraenti finali, obbliga di fatto ogni concorrente a calcolare il “worst case”, ovvero la suddivisione di tutte le spese di gara sul veicolo singolo e non sull’intero lotto. Riguardo le spese, mi chiedo ad esempio che cosa se ne faccia CONSIP delle copie conformi (e con traduzione giurata!) di una decina di certificati parziali di omologazione che, oltre ad essere spesso costituiti da centinaia di pagine, non sono in grado di comprovare i dati tecnici per i quali vengono richieste. E anche fosse gratis ed esaustiva la documentazione di cui sopra, CONSIP pretende a pre-assegnazione avvenuta, entro 40 giorni dalla richiesta, un veicolo campione (che diventano due per i lotti dove sono previste diverse disposizioni di porte!). Tale veicolo deve essere completamente conforme a quello offerto, accessori inclusi, e verrà utilizzato per eseguire tutte le prove previste dal capitolato e ri-eseguire le prove già certificate su rumorosità e consumi, ovviamente sempre a carico del fornitore (altri 10-20.000 euro). E se il veicolo non venisse predisposto in tempo o non fosse ritenuto conforme al capitolato od a quanto offerto, il concorrente verrebbe escluso, con tanto di escussione della fidejussione da parte di CONSIP. Oltre alla beffa, il danno.

Gli oneri per la gara sono troppo elevati

Ed ancora: vi sono oneri sulla commessa che nessuna piccola o media azienda di trasporto si sognerebbe di pensare (anche per le difficoltà gestionali del “dopo”), mentre qui trovano massima e completa applicazione, come si trattasse, anche per i singoli autobus, di flotte numerose. Alcuni esempi: formazione approfondita per autisti e meccanici (anche per le mini-aziende senza officina?), computer per la diagnostica del veicolo (su ogni autobus?), reportistica integrale su ogni attività in garanzia o per l’eventuale full-service (ovviamente con penali), collaudi (ulteriori) di accettazione obbligatori per ogni singolo contratto (con tanto di spese ancora interamente a carico del fornitore)… Mettendo insieme le spese di gara ed i costi accessori appena citati, il prezzo unitario di ogni autobus potrebbe aumentare del 15-20% rispetto ad un valore medio di mercato. Se i soldi sono già pochi, perché usarli così male?

Autobus, gara Consip: gli altri esempi

Meritano anche un cenno alcuni aspetti finanziari non proprio trasparenti: risulta ad esempio molto difficile rifiutare la fornitura ad aziende in dissesto economico (a che condizioni il fornitore può ottenere una garanzia di pagamento?), inoltre una quota fino al 40% può essere pagata dopo 6 mesi (e gli interessi legali?), poi l’IVA rientra nello “split-payment”… ed infine il “compenso” dello 0,5% dovuto, sempre dal fornitore, a CONSIP (non male, dopo che tutte le spese di gara, di contratto, di collaudo, di accettazione, ecc. sono a carico del fornitore, inclusa la fidejussione di €600.000 a CONSIP prima ancora di sapere se si fatturerà un solo autobus…).

Francamente, l’impressione che ho avuto è che, ancora una volta, pur armati di buone intenzioni, complice la fretta (o le pressioni?) e forse l’impreparazione tecnica e/o l’inesperienza, si sia fatto un gran pasticcio. Beninteso: le idee ci sono, gli strumenti (almeno in parte) anche; ma in tutta la documentazione vi è un diffuso “eccesso di zelo” (paura di sbagliare?), come se nessuno avesse valutato veramente i potenziali danni, oltre ai presunti benefici. Il risultato è che un fornitore sano, con il portafoglio ordini pieno, è scoraggiato a partecipare. Spero solo che, almeno questo, non sia voluto.

Lettera firmata

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