Atm-Trenord, sarebbe un matrimonio dai grandi numeri
Atm – Trenord: se la fusione andasse in porto, il tpl milanese toccherebbe cifre da capogiro. 50 milioni in meno di costi, oltre 2 miliardi di fatturato, 2200 nuovi autobus. Sono i dati citati da un articolo di Affaritaliani. Il prezzo da pagare? Mettere le chiavi del trasporto pubblico meneghino nelle tasche delle ferrovie. Che hanno già […]
Atm – Trenord: se la fusione andasse in porto, il tpl milanese toccherebbe cifre da capogiro. 50 milioni in meno di costi, oltre 2 miliardi di fatturato, 2200 nuovi autobus. Sono i dati citati da un articolo di Affaritaliani. Il prezzo da pagare? Mettere le chiavi del trasporto pubblico meneghino nelle tasche delle ferrovie. Che hanno già allungato le mani sulla metropolitana lilla, di cui Fs, dopo il rifiuto del Comune a far valere il diritto di prelazione di Atm, è il principale azionista.
Atm-Trenord, una holding sul modello Ratp
L’eventuale matrimonio tra le due aziende, come facilmente intuibile, è materia di accesi scontri politici. La Regione vuole le nozze, il Comune meno. Il sindaco Beppe Sala si è recentemente messo di traverso: «La fusione non si farà », ha affermato. Tutto, in ogni caso, può ancora succedere. Intanto, uno sguardo ai numeri che, secondo l’indiscrezione pubblicata dalla testata, sarebbero passati sulla scrivani dell’assessore al bilancio Roberto Tasca. A vedere la luce sarebbe una holding ispirata al modello di business di Ratp. Secondo il piano, il valore della produzione sarebbe di 2,1 miliardi di euro. Un simile gigante sarebbe in grado di mettere in campo 5 miliardi di investimenti entro il 2030. Tra i 14 e i 23 milioni l’aumento dei ricavi, con un aumento della domanda di 20 milioni. Ma anche i risparmi non sarebbero trascurabili: circa 50 milioni. E scenderebbero in campo 90 treni e ben 2200 nuovi bus.
Chi controlla la super-holding?
La torta di Atm-Trenord finirebbe suddivisa in questa maniera: 25 per cento in mano alle ferrovie (più 14 per cento rispetto alle proporzioni attuali), 25 a Regione Lombardia (un drastico calo dal 57 per cento di oggi), 25 al Comune di Milano e il restante 25 per cento sarebbe flottante in Borsa. Lo scorporo tra servizi core e no core (i due lotti voluti dal Comune) in vista della prossima gara potrebbe essere un indizio che l’ipotesi fusione è ancora sul tavolo. La holding che potrebbe nascere dall’unione di Atm e Trenord si piazzerebbe al nono posto tra i gruppi di trasporto pubblico europei.