Atac, nuovi autobus “modello Londra” per combattere i furbetti
Una carica da ottocento autobus in cinque anni. Il piano industriale Atac depositato in tribunale fornisce interessanti dettagli sugli indirizzi futuri della municipalizzata capitolina, alle prese con il concordato. Il piano, infatti, è stato depositato il 27 ottobre in tribunale ed è allo stadio di bozza. Nei giorni scorsi sono partiti i confronti tra vertici […]
Una carica da ottocento autobus in cinque anni. Il piano industriale Atac depositato in tribunale fornisce interessanti dettagli sugli indirizzi futuri della municipalizzata capitolina, alle prese con il concordato. Il piano, infatti, è stato depositato il 27 ottobre in tribunale ed è allo stadio di bozza. Nei giorni scorsi sono partiti i confronti tra vertici di Atac e parti sindacali.
Nuovi autobus? Modello Londra
I tre pilastri su cui si fonda il progetto della “nuova Atac” sono l’arrivo di un’ingente fornitura di autobus “modello Londra”, ovvero dotati di due porte, in modo da favorire un migliore controllo sull’evasione tariffaria: dalla porta anteriore si sale e si timbra, da quella posteriore si scende. I veicoli da inserire nella flotta Atac sarebbero 800 da qui al 2021:60 in arrivo entro il 2018, altri 120 entro il 2019 e a salire fino al completamento del rinnovo con deadline il 2021. Le risorse saranno trovate in un mix tra fondi regionali e stanziamenti del tavolo Calenda-Raggi.
Più verificatori e più ore di lavoro
Del resto, è proprio l’evasione tariffaria il grande nemico dell’azienda di trasporto romana: secondo le stime, ben un passeggero su quattro non timbra il biglietto. Motivo per cui il piano di rilancio di Atac passa anche per un aumento dei controlli da parte dei verificatori, che si focalizzeranno sulle ore di morbida, quelle distanti dai momenti di punta mattutino e serale. Gli altri punti focali del piano di rilancio di Atac, il cui scopo è quello di innalzare la produttività di un’azienda piegata da 1,3 miliardi di debiti consentendole di rispettare il contratto di servizio, che prevede 110 milioni di chilometri all’anno, sono l’aumento delle ore lavorative (fino a 39 settimanali) e la riorganizzazione del personale (i dipendenti dell’azienda sono 12mila). Niente tagli al personale, ha promesso l’azienda, ma sedi e mansioni potranno subire modifiche. Molti dovranno riconvertirsi al ruolo di verificatori, in modo da tamponare la piaga dell’evasione tariffaria. Anche il trasferimento di personale ad altre aziende comunali o partecipate non è del tutto scartato.