Repetita iuvant. Anche se alla lunga può stancare. A far parlare di sé è (ancora) Atac Roma che è sull’orlo del fallimento e ha un parco mezzi tra i più vecchi d’Europa. È notizia di oggi che la famosa gara per l’acquisto di 700 autobus è stata di nuovo rimandata. In un primo tempo, infatti, la presentazione delle offerte, da parte dei costruttori, era prevista per il 15 di luglio posticipata poi al 30 di luglio. Cioè oggi. Ma anche oggi nulla di fatto. Atac ha di nuovo rimandato tutto. A quando? Al prossimo 10 settembre.

La gara in oggetto presentava già dall’inizio alcuni punti critici. Su tutti la modalità di pagamento. L’azienda romana, come aveva già fatto nel 2013, ha optato per il leasing, strumento finanziario che ha ridotto la rosa dei partecipanti. L’altra incognita è rappresentata dalla gara di servizio fissata per il 2019, una data precedente l’estinzione del leasing stesso. Ma la criticità più grande è ‘l’indice di insolvibilità’, considerato troppo elevato per alcuni.

Ma arriviamo al succo. Chi sono i costruttori che partecipano alla gara di Atac? O meglio: chi sono i costruttori che avrebbero voluto parteciparvi? Su tutti Iveco che si era già aggiudicata il tender precedente e che ha una struttura tale da sopportare (e supportare) l’entità del leasing. Man, IIA (Industria Italiana Autobus) si erano già tirate fuori (non senza giustificati mugugni). Ma il vero colpo di scena arriva da Est. Solaris, azienda polacca che si era imposta sul tender di Atm Milano (dove insiste un ricorso di Iveco) oggi avrebbe presentato la propria offerta ma, visto lo scenario attuale, ci dice che: «difficilmente il 10 settembre saremo a Roma per formalizzare l’offerta. Abbiamo bisogno di risposte che oggi Atac non è in grado di darci».

E il Gruppo Daimler? I tedeschi, si sa, volano alto. Una gara di questo tipo non fornisce, secondo i canoni teutonici, nessun tipo di garanzie e, soprattutto, quella marginalità che la Stella è solita avere in Italia dove ha lavorato molto per una fidelizzazione spinta. A chiudere Byd. In molti, in questi mesi, hanno fatto questo nome a sproposito. Per sgomberare il campo, chiariamo che se il costruttore cinese non parteciperà alla gara di Roma, non lo farà certo per diffidenza verso Atac (come invece apparso su qualche quotidiano), bensì per il fatto che è impossibilitato a farlo. Byd, infatti, costruisce solo bus “Full Electric”: non ha mai prodotto autobus diesel,  ne mai li produrrà.

 

 

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