La transizione sostenibile del Tpl si deve sviluppare lungo due direttrici: il progressivo spostamento della quota modale dal trasporto privato a quello pubblico (il tasso di sostituzione di un autobus da circa 100 passeggeri è pari a 20 o più autovetture, con minori emissioni inquinanti, il 75% in meno di combustibile e l’87% in meno di consumo del suolo) e l’ammodernamento dell’attuale parco mezzi del Tpl urbano ed extra-urbano a favore di soluzioni tecnologiche maggiormente sostenibili.

È quanto si legge nel ‘Position Paper’ di Asstra, presentato in occasione del convegno ‘Next Generation Mobility’. Al 2020, la flotta autobus del Tpl in Italia ha una età media di 10,5 anni, contro un’età media di 7 anni dei principali paesi europei, e un’alimentazione per il 71% a gasolio e il 27% a metano per i bus di linea urbana e a gasolio (99%) per quelli extra-urbani. Una ”next generation mobility” in chiave sostenibile può far leva su tre tecnologie: l’elettrificazione delle flotte (gli e-bus possono ridurre il livello di emissioni di CO2 fra il 50% e l’80% rispetto ai bus ibridi-diesel e i sistemi a propulsione elettrica hanno un forte potenziale di sviluppo in Italia al 2030, con opportunità per il dispiegamento di soluzioni bus-to-grid), l’utilizzo di metano (Cng, Lng) e biometano, e l’alimentazione ad idrogeno. Se si rinnovasse il parco autobus pre Euro 5 nelle 14 Città Metropolitane italiane con soluzioni tecnologiche a impatto ambientale near-to-zero (alimentazione elettrica e/o ad idrogeno), si potrebbero risparmiare ogni anno più di 155mila tonnellate di emissioni climalteranti.

Tpl, causa Covid contrazione domanda fino al 90%

Nell’ultimo biennio, l’emergenza da Covid-19 ha modificato drasticamente le abitudini di mobilità degli italiani, causando una contrazione della domanda di trasporto collettivo fino a oltre il 90% rispetto ai valori normali durante il lockdown (la quota modale si è dimezzata dal 10,8% al 5,4%) e una perdita di ricavi da traffico per 2,2 miliardi di euro nel 2020 e di circa 2 miliardi di euro per il 2021. E’ quanto si legge, ancora, nel documento di Asstra, presentato sl convegno ‘Next Generation Mobility’.

Tuttavia, le aziende di trasporto pubblico hanno dimostrato grande capacità di flessibilità e resilienza allo shock pandemico, riprogettando l’offerta dei servizi di mobilità in tempi ristretti, incrementando il numero di corse, rimodulando gli orari e prevedendo turni straordinari nel pieno rispetto degli obblighi di sicurezza. Nel prossimo futuro, il consolidamento e l’affermazione di un nuovo sistema della mobilità locale dovrà prendere l’avvio da un ripensamento degli spazi urbani per ”riportare la persona al centro”.

L’affermarsi di nuove abitudini di lavoro, studio e consumo – oggi un quarto degli italiani lavora in smart working tutti i giorni o quasi e circa il 17% saltuariamente e si riducono gli spostamenti sistematici (il ricorso al Tpl  per spostamenti di studio o lavoro è passato dal 27,3% prima della pandemia al 22,6%) – farà sì che nel breve periodo la domanda di mobilità da parte di viaggiatori e pendolari continuerà ad attestarsi su livelli inferiori rispetto a quelli del 2019, per poi risalire a partire dal 2023.

Gli undici punti del Position Paper Asstra

  1. Promozione, secondo logiche industriali e sulla base dei contesti di mercato, di sinergie tra imprese, ad esempio, attraverso forme aggregative o di partenariato coerenti con il RE 1370/2007;
  2. Gestione ed identificazione dei rischi, sia commerciali che industriali, connessi all’erogazione del servizio, favorendone la contrattualizzazione secondo le misure di regolazione dell’ART (matrice dei rischi);
  3. Promozione, anche attraverso l’incremento dei livelli di digitalizzazione, di politiche tariffarie più flessibili ed integrate, nel rispetto del necessario
    contenuto di socialità della tariffa per alcune fasce di utenza. Ciò al fine di incidere favorevolmente sulla regolazione della domanda, favorendo l’ottimizzazione dei flussi e facilitando la fruibilità dei servizi da parte dell’utenza;
  4. Assunzione di un ruolo centrale nello sviluppo dei MaaS, in quanto integratore naturale dei servizi di mobilità e perno della mobilità sostenibile; l’operatore di trasporto collettivo rappresenta, sulla base della centralità del servizio di trasporto all’interno dell’ecosistema della mobilità urbana, la spina dorsale del sistema e rappresenta – per competenze, capacità di investimento e conoscenza del territorio servito – il soggetto in grado di integrare sulla piattaforma una selezione di altri servizi. il MaaS costituisce un processo della catena del valore di assoluta
    rilevanza e parte fondamentale di un rinnovato modello di business;
  5. Rafforzamento della lotta all’evasione tariffaria, che ogni anno produce un danno di 500 milioni di euro per il sistema TPL, considerando inoltre che in questo periodo si registra una maggiore propensione ad evadere;
  6. Sviluppo di modelli di business finalizzati all’incremento di entrate diverse da quelle caratteristiche (tariffe e contributi) attraverso lo sviluppo di nuovi servizi di mobilità;
  7. Promozione di progetti di digitalizzazione del sistema della mobilità sia
    applicata all’offerta dei servizi di mobilità (ad es. MaaS, infomobilità, bigliettazione elettronica, ecc) che alla gestione dei processi aziendali (operations, manutenzione, marketing e comunicazione ed amministrazione) al fine di cogliere i benefici derivanti dall’innovazione tecnologica;
  8. Incremento dei livelli di produttività del lavoro associato ad un sistema di relazioni industriali adeguato alle sfide del processo tecnologico;
  9. Compartecipazione ad una politica espansiva degli investimenti finalizzati a più elevati livelli di qualità del servizio oltreché a contribuire alla trasformazione ecologica delle flotte e delle infrastrutture;
  10. Rafforzamento della capacità progettuale per farsi promotori di iniziative di investimento cogliendo le opportunità che si presentano a livello europeo, nazionale e territoriale;
  11. Consolidamento della collaborazione con gli attori della mobilità, dando
    continuità a quanto fatto nell’ambito dei tavoli di coordinamento prefettizi al fine gestire in modo ottimale la fase emergenziale Covid-19 e contribuire ad assicurare il regolare svolgimento delle attività.

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