Asstra su tpl e distanziamento, con le attuali regole servono 20mila bus in più
20mila autobus e 31mila conducenti. Tanto servirebbe per garantire il funzionamento dei servizi di tpl in Italia garantendo il distanziamento su autobus di un metro. A partire dalla ripartenza delle scuole. Distanziamento reso necessario e obbligatorio a seguito dell’emergenza Coronavirus come metodo di prevenzione dal rischio di contagio. È il fabbisogno calcolato da Asstra, che […]
20mila autobus e 31mila conducenti. Tanto servirebbe per garantire il funzionamento dei servizi di tpl in Italia garantendo il distanziamento su autobus di un metro. A partire dalla ripartenza delle scuole. Distanziamento reso necessario e obbligatorio a seguito dell’emergenza Coronavirus come metodo di prevenzione dal rischio di contagio. È il fabbisogno calcolato da Asstra, che lo bolla come ‘insostenibile’.
Distanziamento su autobus, il nodo
Ne scrive il Sole 24 ore, menzionando un’intervista rilasciata dal presidente Asstra Andrea Gibelli ad Ansa. «Con le regole attuali abbiamo ora saturato la capacità di carico. Immaginate il danno, di reputazione e per il disservizio fatto, che ci sarà se bisogna chiudere una stazione di una metro o se l’autobus passa ma per le regole di riempimento salta una fermata. La gente si arrabbierà», ha affermato il vertice Asstra. La via maestra per consentire un efficiente servizio di tpl con i mezzi e le risorse disponibile è quella di consentire un maggiore riempimento delle vetture (strada già imboccata da altri paesi europei). Questo, unitamente a uno sfasamento degli orari di ingresso e uscita, in particolar riguardo per quanto concerne le scuole.
«Anche se arrivassero ingenti finanziamenti in questo momento, ci vorrebbero 22 mesi per realizzare un vagone ferroviario e 3-5 mesi per mettere un nuovo bus in strada – così, ancora, Gibelli all’Ansa -. E, se la domanda cresce all’85% nell’ora di punta rispetto al pre-Covid e la capienza massima è del 50-60% potrebbe rimanere a piedi il 25-35% degli studenti. E ovviamente non sarebbero gli unici»