ANM Napoli, i chilometri costano troppo: più che a Milano. Soldi del Fondo Nazionale Trasporti che le Regioni ricevono dallo Stato e riversano ai Comuni. Bruno Rota, superperito della Procura di Napoli, smonta la tesi sostenuta dal Comune di Napoli che Anm sia andata in crisi perché, tra le altre cose, avrebbe ricevuto negli anni meno soldi dalla Regione Campania, nell’ambito del riparto del Fondo Nazionale Trasporti, rispetto ad altre regioni come la Lombardia. “Un’ardita ricostruzione – sostiene il tecnico nella relazione ai pm – in ordine a un presunto paradosso del caso Napoli. La ricorrente ha sostenuto che l’azienda riceverebbe dalla Regione a valere sul fondo nazionale trasporti solo 58 milioni, mentre la Regione Lombardia riceverebbe per Milano per lo stesso titolo ben 280 milioni. Ora, a parte che si tratta di 267 milioni – scrive – si omette di rilevare che il contributo in Lombardia viene erogato a fronte di una produzione annua da parte di ATM di circa 150 milioni di vetture/km, per un fatturato di circa 1.000 milioni di euro, mentre l’“insufficiente” contributo per Anm, peraltro integrato dai 54 milioni del Comune di Napoli, fa riferimento ad una produzione indicabile in 16 milioni vetture/km, circa un decimo. Dal che risulterebbe l’ottenimento di un contributo per vettura/km prodotta particolarmente elevato per Anm, ai vertici della graduatoria nazionale e certamente europea”.

Anm Napoli

ANM Napoli, i chilometri costa troppo

Però c’è un però. L’Atm di Milano, infatti, ha un contratto gross cost con il Comune e riversa al Municipio tutti i proventi dei biglietti. Lo stesso Rota precisa nella relazione che il “contratto di servizio tra ATM e Comune di Milano è pari a 655 milioni”, inclusi i 267 milioni di contributi dal Fondo Nazionale, ma che l’azienda dei trasporti, poi, “gira al Comune l’intero ammontare dei proventi da tariffa abbonamenti, più i biglietti, per circa 430 milioni”. Entrate che invece, nel caso di Anm, vengono trattenute dall’azienda. Tra le maggiori cause della crisi di Anm Napoli, il superperito, invece, punta il dito contro gli sprechi:  “È l’anomala struttura di costo di Anm il vero male dell’azienda – scrive – senza indulgere in atteggiamenti rivendicativi in ordine a una presunta situazione penalizzate di contributi pubblici rispetto ad altre realtà, atteggiamenti che non trovano fondamento nei dati numerici oggettivi”.

 

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