Anbti (ri)lancia l’allarme: «In Italia mancano 6.700 autisti»
Il settore dei bus turistici e, più in generale, del noleggio di autobus con conducente (Naacc) ha registrato negli ultimi anni un peso economico e sociale crescente con una funzione che supera strettamente quella del trasporto e che è sempre più strategica per l’offerta turistica. Nel turismo le attività connesse ai trasporti rappresentano l’1 per […]
Il settore dei bus turistici e, più in generale, del noleggio di autobus con conducente (Naacc) ha registrato negli ultimi anni un peso economico e sociale crescente con una funzione che supera strettamente quella del trasporto e che è sempre più strategica per l’offerta turistica.
Nel turismo le attività connesse ai trasporti rappresentano l’1 per cento delle imprese, ma ben il 10 per cento degli addetti, il 18 per cento del fatturato e il 21 per cento del valore aggiunto generato dal settore. E l’ultimo miglio degli spostamenti turistici è assicurato in via esclusiva dai pullman gran turismo in tutti i segmenti della filiera.
Questi i principali risultati di un’indagine di Anbti, l’Associazione nazionale bus turistici italiani aderente a Confcommercio, realizzata in collaborazione con Isfort e presentata a Roma nel corso del workshop “Le ruote del turismo: il settore dei bus turistici in Italia”.
Il trasporto turistico in Italia: lo stato delle cose
Inoltre, in Italia la quota del trasporto turistico su autobus è superiore alla media europea (8 per cento contro il 6 per cento). Il comparto, colpito fortemente dalla pandemia con una flessione del fatturato di oltre il 50 per cento nel periodo 2020-21, sta vivendo una profonda trasformazione ed è oggi sostanzialmente più snello (numero di imprese quasi dimezzato e riduzione del 10 per cento del parco mezzi), ma anche più solido (crescita della dimensione media delle imprese e del numero di veicoli) e più efficiente e sostenibile (oltre la metà del parco veicoli è di ultima generazione e con ridotte emissione nocive).
Peraltro, il trasporto passeggeri tramite bus si colloca a metà strada (80 grammi di CO2 per passeggero/Km) tra i livelli emissivi dell’automobile (143 grammi di CO2 per passeggero/Km) e del treno (33 grammi di CO2 per passeggero/Km), ed è nettamente al di sotto di quelli dell’aereo (160 grammi di CO2 per passeggero/Km), mentre è anche a minore rischio di incidenti su strada (in Europa solo il 3 per cento dei decessi su strada è avvenuto durante viaggi in autobus).
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La crisi dei conducenti
La fase più critica per i bus turistici sembra, dunque, ormai alle spalle, ma il futuro è ancora ricco di incognite. Per sostenere e rilanciare la ripresa del settore servono, infatti, figure chiave come gli autisti. Sono 6.700 i conducenti che mancano nel nostro Paese, pari al 40 per cento del fabbisogno in Europa (circa 17 mila totali).
A questo proposito occorre incentivare l’ingresso di giovani e stranieri, abbassando le soglie di accesso, sia in termini di costi che di età, e ampliando i canali formativi. C’è, poi, il fattore incertezza che, legato all’inflazione, al conflitto russo ucraino e al costo del carburante (variazione di prezzo anche del 50 per cento tra il 2022 e 2023) mina le fondamenta del turismo organizzato, cioè la programmazione di lungo periodo: i costi e le tariffe possono variare di mese in mese.
Per questo servono strategie per difendere le imprese da una fluttuazione eccessiva dei prezzi, soprattutto delle materie prime. Inoltre, la transizione ecologica nel comparto si scontra con l’assenza di soluzioni tecnologiche per i mezzi di trasporto gran turismo in grado di assicurare autonomia e portata.
Il commento di Riccardo Verona, presidente Anbti
Riccardo Verona, Presidente di Anbti Confcommercio, ha dichiarato: «Il settore dei bus turistici ha rialzato la testa dopo anni di estrema difficoltà, ma la ripartenza è comunque accompagnata da troppe incertezze. Oggi più che mai è necessario il sostegno delle Istituzioni perché abbiamo bisogno di aiuti innanzitutto per il rinnovo sostenibile dei veicoli, che non può essere sorretto solo dalle nostre imprese. In secondo luogo è indispensabile trovare soluzioni per ovviare alla carenza del personale viaggiante e contestualmente procedere al riconoscimento strutturale, al pari di altri comparti, delle agevolazioni sulle accise del carburante. È giunto il momento di riconoscere l’unicità, la peculiarità e la flessibilità del nostro servizio che è senza limitazioni di orari, di percorso e di nessun altro genere. Siamo ‘le ruote del turismo’ e vogliamo continuare ad esserlo con sempre maggiore qualità ed efficienza».