Anav, le gare per il tpl al centro dell’assemblea annuale
Gare, concorrenza, consorzi, aggregazioni, ricorsi. Tutti termini uniti sotto lāombrello di una tematica: il servizio di tpl, messo da Anav al centro della parte pubblica della propria assemblea annuale, tenutasi tra ieri e questa mattina nella capitale. A fornire lo spunto per una lunga discussione sul tema del trasporto pubblico locale ĆØ stato lo studio […]
Gare, concorrenza, consorzi, aggregazioni, ricorsi. Tutti termini uniti sotto lāombrello di una tematica: il servizio di tpl, messo da Anav al centro della parte pubblica della propria assemblea annuale, tenutasi tra ieri e questa mattina nella capitale. A fornire lo spunto per una lunga discussione sul tema del trasporto pubblico locale ĆØ stato lo studio āCompetizione e aggregazioni nel tplā, firmato dal professore dellāuniversitĆ Cattolica di Milano Andrea Boitani (coautore Francesco Ramella). A seguire, attorno alla tavola rotonda conclusiva della due giorni hanno preso la parola, tra gli altri, il presidente di Anav Giuseppe Vinella, lāomologo di Asstra Massimo Roncucci, il vertice dellāAutoritĆ di regolazione dei trasporti Andrea Camanzi. Presente lāassessore ligure Giovanni Berrino e la presidente di Tper Giuseppina Gualtieri.
“Gara” fa rima conĀ “aggregazione”
Un elemento va sottolineato: Ā«anche quando si sono risolte in un grande pasticcio, le gare hanno avuto un risultato: lāunione degli operatori in consorzi o aggregazioniĀ», ha affermato Boitani. I potenziali benefici delle aggregazioni sono scontati: integrazione tariffaria e dei servizi, miglior frequenze e cadenzamento, economie di scala. Ma cāĆØ anche un ālato oscuroā: Ā«il minor numero di partecipanti alle gare rischia di mutilare la concorrenza o anche scoraggiare il ricorso a gare di servizioĀ». In generale, i consorzi possono fare emergere benefici qualitativi ed Ā«essere una sorta di fidanzamento come periodo di prova prima di un eventuale matrimonioĀ», ĆØ la metafora suggerita dal professore.
Toscana apripista
Lāindagine va a scavare nel mare delle gare per il tpl italiane, con cenni al contesto di alcuni paesi europei. La prima regione in Italia ad aprire alle gare di servizio ĆØ stata la Toscana, che Ā«mise a gara 10 linee extraurbane giĆ nel 1998, una gara poi annullata dal Tar. Sempre la Toscana ha per prima lanciato la gara a bacino unico, che ha scatenato una schiera di ricorsiĀ», come ben noto. Ora, la normativa introduce, in caso di affidamento diretto senza gara, la Ā«riduzione della quota regionale pari al 15 per cento del valore dei corrispettivi dei contratti dei servizio affidati non a gara. In ogni caso la riduzione non potrĆ essere superiore al 10 per cento nel primo quinquennio rispetto a quando trasferito nel 2015Ā». Un messaggio chiaro: chi non va a gara deve pagare di piĆ¹.
La Germania ĆØ su un altro pianeta? In parte
Interessante il caso della Germania: Ā«La riforma nel 1996 ha introdotto lāobbligo di gara se ci sono sussidi pubblici. Un obbligo che ĆØ stato aggirato: i fondi pubblici sono stati definiti āaltri ricavi operativiā. Di fatto, nel 2010 solo il 6 per cento dei bus-km sono stati affidati tramite gara (solo Francoforte nelle aree urbane). Nel ferro oltre il 50 per cento dei servizi locali ĆØ affidato per gara. Si tratta di 70 milioni di treni-km, per 500 milioni di euro complessivi suddivisi in lotti mediamente piccoliĀ». Ma le riforme hanno effetto sulla ripartizione modale? Beh: no. Sempre nel caso tedesco, Ā«nel 2002 la quota dellāauto era dellā85 per cento, nel 2012 dellā84 per cento. Tpl regionale dal 3,7 al 4,6, costante la quota del trasporto di lunga distanza e dei trasporti regionali su busĀ».
Svezia a tutta gara
Qualche centinaia di chilometri piĆ¹ a nord, la fredda Svezia ha abolito gli affidamenti diretti addirittura nel 1989: Ā«Nel giro di sette anni il 60 per cento dei servizi viene messo a gara. I piccoli operatori locali si sono estinti o fusi. Nel 2001 risultava messo a gara il 95 per cento dei servizi su gomma almeno una voltaĀ».
Le raccomandazioni dello studio
Gli autori cosa raccomandano? Ā«Gare su costi standard, ridisegno delle reti per eliminare duplicazioni e lāapplicazioni di price cap e subsidy cap per poter definire contratti accattivanti, gare articolate per scoprire le economie di scala.Ā Le aggregazioni devono essere guidate dal mercato: quelle prodotte dalla politica tendono ad assumere delle fattezze alla FrankesteinĀ», ha affermato sempre Boitani.
Roncucci, garaĀ Toscana sbagliata fin da subito
Roncucci non ha usato mezze misure nel suo intervento, inserito nella tavola rotonda conclusiva: Ā«Il principale pericolo ai processi concorrenziali viene dal non rispetto delle regole. Non credo che il sorgere di aggregazioni sia un pericolo se queste nascono da processi veri, di tipo industriale. Preferisco un processo di graduale accompagnamento verso la messa dei servizi sul mercato. Le autoritĆ non permetteranno piĆ¹ di fare lotti come quello fatto in Toscana. La gara ĆØ nata con lāidea āgara unica per fare lāazienda unicaā. Son passati sei anni e siamo ancora in totale impasse. Avere lotti piĆ¹ piccoli ĆØ meglio, e devono nascere da criteri industriali trasportistici. Noi abbiam fatto il contrario di quel che fanno in Europa, dove prevale la combinazione di lotti piccoli e imprese grandi. Noi facciamo lotti grandissimi ma abbiamo aziende piccole, che in molti casi nemmeno si parlano. Ritengo piĆ¹ che legittimo ciĆ² che vuole fare il gruppo Fs ā ha proseguito Roncucci, riferendosi allāaggressiva strategia delle ferrovie nel campo della gomma -. Dipende come lo si fa: se lo si fa utilizzando il proprio potere economico e la propria forza per acquisire una posizione dominante, non puĆ² essere un fatto positivo. Se nasce da processo di competizione allora ĆØ positivo perchĆ© porta benefici allāutenzaĀ».
Vinella: pronti a competere
Per Vinella, Ā«gli operatori del settore sono in grado di competere sul mercato. Siamo pronti alla sfida dellāapertura alla concorrenza. Ma ĆØ fondamentale essere posti tutti in una condizione di paritĆ Ā». Lāintervento conclusivo ĆØ toccato a Gaetano Catalano, fresco di nomina a coordinatore della struttura tecnica di missione del Ministero delle infrastrutture e trasporti: Ā«Il nostro fine ĆØ migliorare il servizio per gli utenti. La logica del passato prevede che sia il lato dellāofferta a comandare. Ma la novitĆ sta dal lato della domanda. Abbiamo tanti dati ma ci manca una parte rilevante: le informazioni riguardo lāutilizzo dei mezzi da parte dei cittadini. La nostra gara non ĆØ tra noi per lāaggiudicazione del servizio, ma contro la mobilitĆ privata e per la mobilitĆ collettiva. Questa ĆØ la battaglia che abbiamo davanti. Le gare vanno apprezzate nella misura in cui migliorano la qualitĆ del servizioĀ». Ā«Il futuro sono i combustibili alternativi – ha aggiunto -: bisogna iniziare a muoverci in questa direzione, se ci limitassimo al diesel ci rivolgeremmo al passato. Chi scommetterĆ di piĆ¹ sul futuro vincerĆ Ā».[fusion_builder_container hundred_percent=”yes” overflow=”visible”][fusion_builder_row][/fusion_text][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]