Amt diventa oggetto di studio per l’Università di Genova
Può un’azienda del trasporto pubblico locale diventare oggetto di studio per la facoltà di marketing di un università? Sì, certo che sì. Ed è quello che è successo a Genova, dove Amt – concessionaria in esclusiva dei servizi di tpl in tutto il capoluogo ligure – è finita sotto la lente dell’Ateneo. Gli studenti dell’UniGe […]
Può un’azienda del trasporto pubblico locale diventare oggetto di studio per la facoltà di marketing di un università? Sì, certo che sì. Ed è quello che è successo a Genova, dove Amt – concessionaria in esclusiva dei servizi di tpl in tutto il capoluogo ligure – è finita sotto la lente dell’Ateneo.
Gli studenti dell’UniGe sono andati a scuola di marketing alla scoperta dell’azienda pubblica di trasporto. In primo piano un progetto di studio e analisi del mercato genovese del trasporto pubblico, realizzato dagli studenti del corso di marketing della professoressa Nicoletta Buratti, insegnamento inserito nel corso di laurea triennale in Economia Aziendale di UniGe.
Centoventi studenti, divisi in team da cinque componenti, hanno realizzato, nei mesi di novembre e dicembre 2021, questionari e indagini di mercato per capire come si stanno orientando i cittadini rispetto all’utilizzo del tpl in epoca Covid e quali possono essere le chiavi interpretative per stimolare nuovamente la domanda.
«La collaborazione con Amt è risultata fondamentale nella realizzazione di questo progetto, che ha visto una elevata e convinta partecipazione da parte degli studenti – ha dichiarato Buratti -, con risultati soddisfacenti sotto il profilo didattico-formativo e spunti di riflessione utili anche per il management aziendale».
Quella con l’Università di Genova «è una collaborazione importante sia per Amt, che può confrontarsi ed essere un laboratorio sperimentale per gli studenti delle diverse discipline accademiche – ha concluso Marco Beltrami, presidente dell’azienda di trasporto -, sia per studenti e docenti che possono praticare la teoria realizzando progetti e vivere l’azienda come confronto reale con il mondo del lavoro».