AMARCORD / ll modello 2411 Menarini: un gradito ritorno nella città dei fiori
Da qualche tempo è giunto alla sede di Taggia del Museo Nazionale Trasporti uno dei filobus una volta in dotazione alla Stel di Sanremo: si tratta del Fiat 2411 n. 33 (poi n.1133 sotto la gestione Riviera Trasporti), che dopo 29 anni di soggiorno presso l’Ecomusèe di Breil sur Roya (Francia), è finalmente tornato in […]
Da qualche tempo è giunto alla sede di Taggia del Museo Nazionale Trasporti uno dei filobus una volta in dotazione alla Stel di Sanremo: si tratta del Fiat 2411 n. 33 (poi n.1133 sotto la gestione Riviera Trasporti), che dopo 29 anni di soggiorno presso l’Ecomusèe di Breil sur Roya (Francia), è finalmente tornato in Italia, grazie all’ottimo lavoro del direttivo del Museo Nazionale Trasporti, sezione di Taggia.
Il mezzo, in buone condizioni generali, è già arrivato presso la struttura di Taggia, in bella mostra assieme al filobus Menarini 201 Lu n. 1602, già presente da qualche anno. Venticinque anni di storia separano i due veicoli, e può essere ammirata l’evoluzione tecnica e stilistica proposta negli anni dal medesimo costruttore. Entrato in servizio il 7 ottobre 1963, il filobus era il primo di una serie di 4 esemplari (n. 33-36) che si distinguevano per l’accuratezza delle finiture, per l’arredamento interno, a divani imbottiti, per la velocità, e per alcune caratteristiche, quali il servosterzo e un sedile di guida più confortevole, che ne rendevano molto piùfacile la guida rispetto agli altri filobus in flotta.
Il disegno della carrozzeria era squadrato, privo di superfici tonde, molto spigoloso e decisamente moderno ed elegante, come il frontale, dotato di due cristalli anteriori integrati, nella parte superiore, da due cristalli fissi di piccole dimensioni e del caratteristico fregio alato in alluminio. Erano presenti altri piccoli particolari che confermavano l’accuratezza della costruzione, come l’illuminazione dedicata ai vestiboli delle porte, che si attivava all’apertura delle stesse. Fu confermato ancora l’equipaggiamento elettrico della Cge, adottato fin dal 1950 a Sanremo e che aveva garantito ottimi risultati.
I 2411 Menarini furono gli ultimi filobus a ricevere la livrea bianca e blu tipica della Stel. Gli ultimi esemplari in assoluto con i colori bianchi e blu Stel saranno i 2 Fiat 418 Acnumerati 80 e 81 e costruiti nel 1974, mentre l’ultimo filobus acquistato dalla Stel nel 1981, il Fiat 2470 n. 61, carrozzato da Macchi, prototipo dei filobus di nuova generazione, verrà consegnato già nel colore arancio ministeriale; i 9 filobus 2411 acquistati usati nel 1982 e provenienti dalla rete di Bologna manterranno invece il colore rosso-crema.
I nuovi arrivati furono da subito impiegati sulla linea panoramica Sanremo-Ventimiglia, spodestando parte dei Fiat 2401 che furono trasferiti sulla Sanremo-Taggia, permettendo l’accantonamento degli ancora giovani Fiat 668 , di 14 anni di età, che a Sanremo non trovarono la loro ideale collocazione. L’utenza apprezzava i filobus Menarini, che spesso erano tutti e 4 in linea; il quinto turno del servizio poteva essere coperto da un 2401 o da un 2411. I nostri erano sottoposti a turni impegnativi, anche 20 ore al giorno con 10 minuti di sosta ai capilinea, in tutti i giorni della settimana, con percorrenze che potevano superare i 350 km. al giorno.
Il restyling
Dopo 20 anni di servizio, complice anche il fatto che le consegne dei nuovi filobus potevano non erano immediate, e dovendo sostituire in fretta parte dal parco giunto al termine della propria vita operativa , la direzione della Stel decise una riqualificazione dei 4 Menarini. Le casse furono inviate nel 1983 alla carrozzeria Cooprecar 4 di Reggio Emilia. Ritornarono molto diversi. La carrozzeria risanata comportò l’eliminazione della modanatura cromata, di tutti i fregi di decoro, e la sostituzione dei finestrini originali con altri di tipo moderno, su telaio Klein, provvisti di robuste guarnizioni in modo da evitare infiltrazioni nella carrozzeria; il colore della carrozzeria ora era arancione, analogamente al Fiat 2411 Cansa n. 32, ricostruito però da Portesi; era stato soppresso il posto del bigliettaio ( in verità ancora presente nei primi tempi) al suo posto vi era l’obliteratrice e i divani sostituiti dai classici sedili arancio forniti da Sguinzi, nella disposizione 2+1, questo in quanto era necessario recuperare spazio all’interno dell’ambiente viaggiatori, in previsione di un servizio più di tipo urbano. I posti a sedere divennero 24, compresi quelli del salottino sulla piattaforma, i posti in piedi 56 (allo stato d’origine i posti erano rispettivamente 36 e 39), per un totale di 80 posti complessivi. Vennero sostituiti la pavimentazione e le pannellature interne laterali, di colore più tenue rispetto a quelle montate alla fine degli anni 70, in occasione di una revisione periodica. Nuovi anche il sedile per il conducente i gruppi ottici posteriori. Rimasero originali il cruscotto, pur verniciato in nero opaco antiriflesso, e l’illuminazione interna a lampadine.
I ‘nuovi’ filobus Menarini, confluiti nel parco della Riviera Trasporti con i numeri 1133-1136 ripresero a correre sulle strade della Riviera, questa volta però soprattutto sulla Sanremo Taggia, mentre sulla linea di Ventimiglia arrivano i 2411 provenienti dalla rete di Bologna, e poi dal 1985 anche i filobus della serie 1500 Rt carrozzati da Portesi, dotati di equipaggiamento rigenerato. Agli inizi degli anni 90 era ormai certo l’arrivo dei nuovi Breda 4001; alla consegna di questi, a partire dal 1992, divenne inevitabile l’accantonamento dei Menarini, ancora in ottime condizioni di marcia, e del 2411 Portesi, ormai invisi al personale di guida in particolare per la guida a destra.
Dalle strade…ai musei
La speranza di salvare almeno un esemplare si concretizzò nel 1993, quando la direzione di Ecomusée di Breil sur Roya (F) chiese, ed ottenne dalla direzione di Rt di allora uno dei quattro veicoli; fu scelto il primo della serie, il n. 33, che fu trasferito poco dopo presso la struttura di Breil, assieme a un Fiat 418 Ac. Il mezzo fu collocato al coperto, e restò in esposizione, fino al colpo di scena del 2022.
Nell’estate del 2022 la direzione di Ecomusée annuncia di doversi purtroppo privare di alcuni mezzi per mancanza di spazio, e nell’elenco figurava anche il filobus Menarini. L’occasione era irrinunciabile e la sezione di Taggia del Museo Nazionale dei Trasporti, che già aveva in dotazione un filobus Menarini F 201 Lu del 1988, si e’ subito attivata per i necessari accordi.
Ad inizio agosto, il Menarini ha lasciato, dopo 29 anni di soggiorno, l’Ecomusée, per fare ritorno in Italia, ed e’ stato collocato a Taggia, a fianco del filobus già presente in struttura da qualche anno. La vettura è in buone condizioni di carrozzeria , è completa come parte elettrica e meccanica, e come arredamento interno. Sembra non siano passati 30 anni, e si ha l’impressione che si dovesse ‘alzare le aste’ e metterlo in presa, il filobus si muoverebbe senza problemi. Del resto, solo la demolizione ha potuto fermare macchine così ben costruite.
Ora il filobus fa parte del patrimonio di Mnt ed italiano, e ha un grande valore storico, simbolo di un’epoca di mezzi definibili come “la sintesi del meglio” , quali erano i veicoli di produzione della casa bolognese.
Giusto infine ricordare La carrozzeria Menarini fornì sempre negli anni 60 esemplari simili a Parma (2 unità), Rimini (1), Perugia (1) e Modena (7, con semi-porta supplementare anteriore).
(Stefano Alfano)