Espandere ulteriormente la leadership di mercato, diventare ancora più competitivi, puntellare la posizione di forza. Questi gli obiettivi di Daimler Buses, ben tracciati nella roadmap verso le emissioni zero in tutti i profili di missione

Le idee sono chiare e hanno permesso al gruppo di rispondere bene ai duri colpi dell’annus horribilis del Covid e anche agli effetti sul medio-lungo periodo. Daimler Buses ha iniziato la produzione in serie degli autobus urbani a batteria nel 2018, ha messo a punto un modello da 12 e 18 metri fuel cell e ora, nel prossimo futuro, sarà la volta di portare l’elettrico anche in Classe II, mentre entro la fine del decennio – quello che la casa ha etichettato come ‘il decennio degli autobus’ – arriveranno anche i primi coach a batteria o a idrogeno. 

Non solo prodotti, ma anche servizi: nell’estate 2023 ha visto la luce Daimler Buses Solutions, specializzata nella progettazione e nella costruzione di infrastrutture elettroniche. In occasione dello scorso IAA di Hannover abbiamo fatto il punto con Till Oberwörder, Ceo di Daimler Buses. Ecco cosa ci ha raccontato…

Quali sono i vostri mercati chiave per gli autobus nei prossimi 5-10 anni a livello globale e come pensate di cogliere le opportunità in queste regioni?

«Ci stiamo concentrando sui nostri classici mercati principali: Europa, America Latina e Messico, dove siamo leader indiscussi del mercato. A seconda delle aspettative del mercato, riteniamo di poter offrire i prodotti giusti, sia che si tratti di veicoli con motore a combustione che di veicoli a zero emissioni. Stiamo portando avanti attivamente progetti per supportare i clienti nella transizione dal diesel all’elettrico, offrendo soluzioni complete, compresa la conversione dei depositi, attraverso la nostra controllata Daimler Buses Solutions. Attualmente stiamo trasformando oltre 20 depositi di varie dimensioni in tutta Europa. Inoltre, un’altra regione importante per noi sono gli Stati Uniti: qui offriamo un coach sviluppato appositamente per le esigenze nordamericane, il Mercedes Tourrider».

E per quanto riguarda i coach?

«Vediamo sicuramente una crescita del mercato dopo il Covid. In generale, possiamo dire che la gente vuole tornare a viaggiare e vuole viaggiare con mezzi sostenibili. E già oggi un coach diesel è un prodotto sostenibile per quanto riguarda le emissioni di Co2 per passeggero»

Qual è il mercato più promettente per gli autobus elettrici?

«L’Europa è sicuramente il mercato trainante. Ci stiamo impegnando a metterci nei panni dei nostri clienti cercando di comprendere il loro modello di business per supportarli nel miglior modo possibile. Questo è stato il motivo per cui abbiamo fondato Daimler Buses Solutions, ad esempio».

Secondo gli ultimi risultati finanziari per la prima metà del 2024, Daimler Buses ha ottenuto un balzo del 313 per cento nell’Ebit rettificato rispetto al periodo gennaio-giugno 2023. Qual è la ragione di questo risultato?

«La crescita è in parte dovuta al fatto che il 2023 era ancora influenzato dalla pandemia; il mercato nel 2023 era ancora in sofferenza. Durante il Covid, Daimler Buses ha continuato a investire in nuovi prodotti e ha migliorato l’efficienza dei processi, nonostante le restrizioni di budget. Abbiamo analizzato i nostri processi e reso la nostra rete di produzione più flessibile, d’accordo con i sindacati. Tutte queste misure ci hanno dato un vantaggio ora che il mercato è tornato forte, e ci hanno reso molto più resistenti come azienda»

Till Oberwörder, dopo diversi anni nella famiglia di Daimler, con ruoli di responsabilità per i due marchi Mercedes-Benz e Setra, è stato nominato ai vertici di Daimler Buses a inizio 2018. Il gruppo Daimler Truck ha appena visto un avvicendamento di Ceo tra Martin Daum e Karin Rådström.

Molti Oem in Europa stanno subendo forti pressioni finanziarie, alcuni grandi gruppi hanno deciso di cambiare il loro modello di business e di concentrarsi solo sulla produzione di telai. Stiamo assistendo a un cambiamento di paradigma nel settore bus in Europa? 

«Non sono sicuro che ci sia un cambio di paradigma universale, ma crediamo che il nostro modello di business, che comprende autobus integrali in Europa e realizzazione di telai in America Latina, sia un buon assetto». 

Tuttavia, guardando al mercato, la redditività delle tecnologie a zero emissioni, anche in presenza di una domanda crescente, sembra piuttosto difficile da raggiungere…

«Abbiamo una formula: prodotto per infrastruttura per Tco. Se uno di questi parametri è zero, il risultato è zero. I prodotti sono sul mercato, la parità di Tco può essere raggiunta, ma l’infrastruttura non si sta sviluppando a una velocità adeguata. Tutti noi (Oem e clienti) discutiamo continuamente di come l’infrastruttura possa essere incrementata più velocemente. Nel traffico urbano è facilmente realizzabile. Ma se consideriamo le operazioni a lunga distanza, i Classe III devono anche raggiungere luoghi lontani dalle autostrade. E questo è un punto cruciale».

La vostra divisione mantiene un’ampia quota di attività produttive in Europa. Quali sono i piani per lo stabilimento turco?

«La Turchia è un pilastro fondamentale, è un polo produttivo completamente integrato nella nostra rete di cinque siti produttivi in Europa: due in Germania, uno in Francia e uno in Repubblica Ceca». 

I finanziamenti per gli autobus urbani elettrici sono stati bloccati in alcuni mercati importanti, come quello tedesco. Ritiene che questo avrà un impatto sullo sviluppo della mobilità elettrica nel trasporto pubblico? Quale ruolo dobbiamo aspettarci per i sussidi in futuro?

«L’ampio utilizzo di autobus a emissioni zero dipende essenzialmente dal fatto che le aziende di trasporto investano nei veicoli e nelle infrastrutture e siano in grado di gestirli in modo redditizio. I sussidi sono stati quindi un importante supporto finanziario nella trasformazione verso un trasporto passeggeri senza emissioni. Interrompendoli, priviamo i nostri clienti di un incentivo a investire il più rapidamente possibile in veicoli con motorizzazione a zero emissioni e a creare un’adeguata infrastruttura di ricarica per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni di Co2 in Germania e in Europa, in un momento in cui gli autobus diesel sono ancora significativamente più economici da acquistare». 

Daimler Buses si è impegnata a commercializzare autobus elettrici interurbani a partire dalla metà del decennio e coach a batteria entro il 2030. Può illustrarci le sfide e le opportunità che questo comporta, soprattutto in termini di investimenti?

«La sfida principale, ancora una volta, è la costruzione della rete di infrastrutture di ricarica. Tecnicamente, ciò che dobbiamo raggiungere in Europa è la costruzione di 400 stazioni di ricarica al mese con una capacità di 400 kW».

Portare in casa la produzione di componenti critici (per cominciare, motori e batterie) è un obiettivo che il vostro gruppo sta perseguendo? 

«Daimler Buses produce già internamente alcuni componenti importanti, come i sedili. Per altri componenti, sfruttiamo le sinergie con la divisione truck. Oggi prendiamo motori e trasmissioni dalle stesse linee di produzione e li integriamo negli autobus. Abbiamo la stessa logica per la mobilità elettrica e ora procederemo insieme passo dopo passo». 

Investire nelle celle delle batterie è qualcosa che potrebbe avere senso, in un mercato così altamente competitivo e in rapida evoluzione?

«Una risposta a questa domanda è rappresentata dalle partnership, come quella che abbiamo in essere con Accelera di Cummins e Paccar per la produzione di batterie, chiamata Amplify Cell Technologies».

Fabio Butturi

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