Il pugno di un passeggero ubriaco gli ha levato l’idoneità al lavoro. E oggi Federico Maruca, conducente 33enne, si trova senza lavoro, proprio a causa di un’aggressione subita durante lo svolgimento delle proprie mansioni. Il 10 gennaio ha ricevuto la lettera di licenziamento per giusta causa dal proprio datore di lavoro, Autoservizi Troiani (parte del consorzio Tpl). E oggi denuncia quanto accaduto dalle colonne del Corriere della sera, edizione di Roma.

Aggressione sul lavoro, licenziamento per giusta causa

Il datore di lavoro ha giustificato il licenziamento del conducente con la sua inabilità al lavoro, risultata da due visite specialistiche. Era stato assunto come “operatore d’esercizio”, vale a dire autista, ma non può più lavorare in quel ruolo. Questo il motivo del licenziamento. Se non fosse che, come denuncia Maruca parlando con i cronisti del quotidiano, i danni all’occhio sinistro sono stati causati da un’aggressione sul lavoro. Queste le parole di Maruca al Corriere: «Ho pensato, quel giorno dell’ottobre 2017 a Rocca Cencia, di mettere in sicurezza gli altri viaggiatori da una persona violenta e fuori controllo, che mi ha fatto sbattere la testa, provocandomi gravi danni all’occhio sinistro». Danni riconosciuti dall’Inail con un’invalidità del 25 per cento. Il conducente chiede ora l’intervento del Comune, in cui ripone le proprie ultime speranze di essere reintegrato in azienda.

Dall’azienda nessuna proposta di reintegro

Sempre citando quanto dichiarato da Maruca al Corriere: «Dall’azienda non ne hanno proprio voluto sapere di concedermi un’altra possibilità, di trovarmi un altro posto sempre da loro. Il 7 gennaio scorso all’Ispettorato territoriale del lavoro si sono incontrati gli avvocati, il mio e quello della Troiani, ma loro hanno offerto solo otto mensilità come buonuscita, appena diecimila euro per nove anni di lavoro, visto che io ero arrivato dalla Sira, dove ero stato assunto nel 2011 e poi inglobato nella Troiani, escluso il trattamento di fine rapporto che chissà quando pagheranno».

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