di Stefano Alfano

Il 21 aprile scorso la rete filoviaria di Sanremo ha compiuto 75 anni. In quella data venne inaugurato il primo tronco, tra Sanremo, località La Brezza ed Ospedaletti. Linea di grande valore panoramico, lunga in totale 29 km,  la linea è oggi purtroppo è sottoutilizzata, con pochi filobus impiegati. Per festeggiare l’avvenimento, il 17 giugno verrà effettuata una corsa speciale tra Sanremo e Ventimiglia, utilizzando il primo filobus Breda consegnato, il n.1700, essendo al momento indisponibile il filobus storico 29. E, contestualmente, verrà presentata la pubblicazione  “75 anni di filobus a Sanremo”, in cui il filobus sarà l’assoluto protagonista.

I tempi della STEL

Il filobus sostituì gradualmente il tram che era presente fin dal 1913 tra Taggia, Sanremo ed Ospedaletti e tra Bordighera e Ventimiglia.

Schema dell’originario progetto della rete filoviaria ( da bollettino CGE – Gennaio Febbraio 1944).

Il servizio era gestito dalla società Tranvie Elettriche Sanremo – Litorale  – ma sia il personale che la popolazione identificarono da subito la sigla come STEL. Dal 21 aprile 1942 la società cambio’ denominazione e diventò Società Trasporti Elettrici Liguri. Già nella seconda metà degli anni 30 La STEL  in sede di valutazione degli investimenti, a fronte di una crescente domanda di trasporto, decise di optare per la sostituzione del tram con  il filobus. Il tram era ormai considerato un mezzo obsoleto, e sia i rotabili che gli impianti mostravano necessità di importanti manutenzioni. Il filobus,  veicolo innovativo,  poteva garantire maggiori velocità commerciali e capacità di trasporto, sia per la capienza del veicolo che per la possibilità di inserimento di un maggior numero di filobus in linea grazie al bifilare, uno per direzione di marcia,  e questo era  impossibile con la linea tranviaria, ancora a binario unico.  L’impianto filoviario rendeva inoltre finalmente possibile il collegamento tra Ospedaletti e Bordighera,  data la conformazione estremamente tortuosa di quel tratto di via Aurelia.

I primi filobus Fiat

La STEL ordinò quindi alla FIAT  18 vetture del tipo F. 656 nella versione F. 125, di cui 12 con allestimento urbano e 6 con allestimento tipicamente interurbano, con sedili Gran Turismo, previsti per la linea Sanremo Ventimiglia. I veicoli furono costruiti tra il 1940 ed il 1941, con carrozzeria fornita dalla soc. Aeronautica d’Italia  di Novara (in seguito Cansa) ed equipaggiamento elettrico fornito dalla C.G.E. La C.G.E. fornirà tra l’altro gli equipaggiamenti elettrici dei filobus STEL  fino al 1964.  Dato che il bifilare nel 1941 non era stato ancora completato, alcuni filobus furono prestati alle reti di Bologna e Firenze, e rientrarono alla fine della guerra, altri furono purtroppo trasferiti all’estero.

Il filobus coesistette con il tram fino al 31 gennaio 1948, quando fu chiusa all’esercizio la linea Sanremo Taggia, ultima tratta tranviaria; il giorno seguente i primi filobus raggiunsero Taggia, mentre la linea per Ventimiglia fu completata solo nel 1951, e la prevista diramazione per Riva Santo Stefano non venne mai realizzata. La lunghezza complessiva della linea risultò essere di 29 km. Il servizio fu impostato su tre linee, una di intensificazione urbana a Sanremo (linea U), e le due linee suburbane per Taggia (T), partendo dalla stazione ferroviaria di Sanremo e Ventimiglia, con capolinea in piazza Colombo ( autostazione) a Sanremo.

La flotta filoviaria nel 1951 comprendeva i superstiti 12 filobus F. 656 della prima dotazione ( gli altri 6 erano stati requisiti o distrutti),   e 4 nuovi FIAT 668 Serie 120 e 122, numerati 40-43. I mezzi avevano la caratteristica colorazione blu cobalto per la fascia inferiore ai finestrini, e bianco (grigio alba) per la parte superiore e il tetto. Il caratteristico schema di coloritura, accompagnato dal cavalluccio marino, simbolo della STEL, sarà mantenuto in pratica fino ai primi anni 80, quando sarà sostituito dall’arancio ministeriale.

Gli anni della ricostruzione

Negli anni 50, periodo di massimo splendore per la STEL, fu sostituito l’intero parco rotabile. Nel 1953/54, furono infatti consegnati i 6 2401 serie 51/56, destinati alla linea per Ventimiglia. Macchine molto brillanti e veloci, ideali per superare profili altimetrici severi, in particolare modo nella tratta da Sanremo a Bordighera, furono poi seguite nel 1957/58 dai 12 filobus FIAT 2411 serie 21-32, molto versatili e impiegate sia sulla linea urbana che sulle linee suburbane, e per questo dotate di allestimento di tipo urbano con meno posti a sedere.

Nel 1963/64, ancora nuove vetture: furono infatti consegnati i 4 FIAT 2411 Menarini CGE,  molto eleganti.  confortevoli e molto veloci, dotati per la prima volta di servosterzo, di allestimento di tipo suburbano al pari dei 2401, e destinati esclusivamente alla linea per Ventimiglia, mentre quasi tutti i 2401 passarono alla linea Sanremo Taggia. Della vecchia dotazione, 7 F. 656 furono venduti nel 1957 alle filovie di Mestre, mentre gli altri esemplari furono demoliti alla fine degli anni 50; i 4 F. 668, già relegati a riserva e rinforzi dopo il 1958, furono accantonati e demoliti nel 1964.

La linea di contatto, costruita dalla C.G.E.,  consentiva una notevole flessibilità di esercizio, con anelli di limitazione di percorso (Ventimiglia, Bordighera, Ospedaletti, Sanremo piazza Colombo, Arma di Taggia, Taggia ), ed era presente tra Arma e Taggia un tratto a bifilare unico, per via della ridotta larghezza della sede stradale.

Un nuovo deposito a Sanremo

Fino ai primi anni 60 il deposito filoviario era in pratica il vecchio deposito tranviario di corso Matuzia a Sanremo (zona Foce). Il  29 febbraio 1962 fu inaugurato il nuovo grande deposito autofiloviario di corso Cavallotti, sempre a Sanremo, ma nella zona di levante, dotato di lavaggio, officina e di  parcheggio per i mezzi molto capiente. A Vallecrosia era raccordato un piazzale di sosta e per le prime partenze mattutine  mentre a Taggia venne utilizzato il vecchio deposito tranviario, poi demolito negli anni 90. Le sottostazioni sono 5, distribuite lungo il percorso ( Deposito di Vallecrosia, Arziglia, Sanremo corso Matuzia – dove era ubicato il vecchio deposito  – Sanremo corso Cavallotti  – deposito – Arma) alcune risalenti all’esercizio tranviario, potenziate nel corso degli anni, e rinnovate dopo il 1975.

L’esercizio veniva svolto dalle 4 del mattino all’una di notte e prevedeva una corsa ogni 9 minuti (poi 10) per la linea di intensificazione urbana, una corsa ogni 15 minuti per la linea di Taggia e una ogni 20 minuti per la linea di Ventimiglia. Per quest’ ultima, in realtà la frequenza era 10 minuti in quanto i filobus della STEL erano intercalati con gli autobus della SATI prima e dalla STP poi.

Sanremo, deposito STEL. Turno di riposo per i filobus ”bianchi e blu” in occasione della festa del 1° Maggio.  (foto E. Nigrelli – 1981)

Dal 1964 al 1981 non furono più consegnati veicoli nuovi ed anzi per la STEL erano sempre più insistenti le voci di una soppressione del servizio filoviario.

I ruggenti anni ’80

Nel 1981, fu consegnato invece un prototipo che avrebbe dovuto rappresentare l’inizio del rinnovamento del parco filoviario. Il mezzo, del tipo FIAT 2470 carrozzato da Macchi e dotato di equipaggiamento a logica statica E.R.A. fornito da Ansaldo, era molto innovativo per l’epoca e rappresentava il “nuovo corso” dei veicoli filoviari di inizio anni 80, che erano in corso di consegna anche in altre città italiane. Dotato per la prima volta di guida a sinistra e di 3 porte di accesso ( e del posto del bigliettaio), il filobus, numerato 61, fu impiegato principalmente sulla linea urbana e raramente sulla linea per Taggia, penalizzato dalla bassa velocità massima ( 45 km/h) e rimase in esercizio fino al 1990.

Nel 1982, per sopperire alla necessaria sostituzione dei trentennali 2401 e di alcuni 2411, furono acquistati 7 FIAT 2411 e 2 2411/1 costruiti tra il 1959 ed il 1966 e provenienti dalla rete di Bologna ( alcuni provenivano da reti precedentemente soppresse)  che aveva ormai dismesso l’esercizio filoviario, numerati nella serie 11-19 e che mantennero la colorazione gialla e rossa tipica dei mezzi bolognesi. Ritornarono anche in esercizio la vettura 32, distrutta da un incendio e ricostruita con carrozzeria fornita dalla Portesi e i 4 2411 Menarini ricostruiti e con nuovi interni, tutti in colorazione arancione.

Della vecchia dotazione sopravvivono oggi  solo due vetture: il 2411 n. 29, tuttora in dotazione alla RT, e che può a ragione essere considerato uno dei più belli filobus del mondo, tipica espressione del design italiano degli anni 50 e 60.  Il Menarini n. 33 fa parte invece della collezione dell’ Ecomusee di Breil sul Roya (F). Esiste infine un 2411/1, proveniente dalla rete di Bologna, e attualmente parte della collezione del Museo di La Spezia.

Deposito RT Sanremo negli anni 90 del 900. (foto E. Nigrelli)

Via STEL, dentro Riviera Trasporti

Ma la gestione della STEL era alla fine, e il primo gennaio 1984 subentrò alla STEL, e alla STP la Riviera Trasporti, che negli anni 80 e 90 continuo’ il programma di ammodernamento. Tra il 1984 e il 1992 furono acquistati ben 28 filobus:  10 filobus FIAT 2471 con carrozzeria anche in questo caso fornita dalla Portesi, di cui 4 da 12 metri dotati di equipaggiamento a logica statica (serie 1300) e i 6 di 10,5 metri di lunghezza dotati di equipaggiamenti dei 2411 dismessi e rigenerati ( serie 1500), per proseguire nel  1988 con 4 Menarini 201 Lu TIBB serie 1600, molto versatili ed affidabili ; nel 1992 infine entrarono gradualmente in linea i 14 filobus Breda 4001 serie 1700, che portarono alla dismissione di tutte le vetture di vecchia generazione.

Sanremo, deposito RT. Il filobus storico 29 restaurato.   (foto E. Nigrelli –  1989)

La linea aerea, intanto, aveva subito modifiche e semplificazioni; erano stati tolti gli anelli di ritorno, il bifilare di corso Matteotti a Sanremo, nel frattempo pedonalizzato. Nel 2001 il capolinea della linea T fu arretrato all’autostazione di piazza Colombo, in quanto la stazione ferroviaria di Sanremo non era più ed è stata sostituita dalla nuova, situata a levante, dopo il rondo’ Garibaldi.

Nel 2002 era stato realizzato il nuovo anello alla stazione di Arma. Ma quasi contestualmente, per ragioni viabilistiche, venne sospeso l’esercizio filoviario sulla linea Sanremo  -Taggia, e il bifilare rimosso sia davanti alla nuova stazione che in prossimità di una rotonda.

Nel 2007, furono consegnati i due filobus Solaris Trollino serie 1800, ultimi filobus a giungere a Sanremo. Veicoli dotati di climatizzazione, di pianale ribassato, circolano soprattutto sulla linea urbana, raramente sulla linea per Ventimiglia.

La situazione oggi

Sono attive solo due linee, la linea urbana  e la linea Sanremo Ventimiglia.  La linea urbana  ha in esercizio  due vetture, tre alla mattina dei giorni feriali, quindi la frequenza è ogni 20/30 minuti. La V vede in esercizio al massimo 3 vetture. Negli orari serali e nei giorni festivi è soppresso il servizio filoviario.  La linea Sanremo Taggia è sempre esercita con autobus. Con la pedonalizzazione di corso Matteotti a Sanremo, via Roma è percorsa da entrambe in linee nelle due direzioni. Corso Garibaldi viene invece percorso solo in direzione ponente dalla linea urbana, e le altre linee sono state spostate in via Pola. In sede di ammodernamento degli impianti negli anni 90 fu realizzata, tra l’altro, la nuova bretella di via Pola e il doppio bifilare al piano dell’autostazione in piazza Colombo.

Numerose modifiche alla rete viabilistica, tra cui la costruzione di molte rotonde, avvengono in pratica senza il necessario adeguamento della rete filoviaria. È il caso delle rotonde costruite a Taggia, in prossimità del comune e in località Rossat, e anche in località Armea nel comune di Sanremo, dove secondo alcune ipotesi, avrebbe dovuto essere spostato il capolinea della linea urbana, ma non se ne fece nulla.

Diverso è il caso di due località sempre nel comune di Sanremo, La Foce a ponente e San Martino a Levante, in cui dovrebbero essere costruite due rotonde. In questo caso, secondo l’assessore alla mobilità del comune di Sanremo Leandro Faraldi ( e quanto riportato dalla stampa locale), sia le due rotonde che il futuro assetto di via Roma verranno attuate garantendo la permanenza del filobus. Dei 14 filobus Breda del 1992 sono in esercizio 8, mentre 4 sono stati demoliti e due accantonati. I due filobus Solaris, sono spesso fermi per manutenzione e guasti. Uno, il 1801, è fermo da più di un anno.

La Riviera Trasporti stima in 11 milioni di euro l’investimento necessario per il necessario ammodernamento del bifilare, dei pali, delle sottostazione e del materiale rotabile ( secondo quanto dichiaro’ il presidente Benzo nel 2015, e come riportato nell’interessante reportage di Andrea Fassione pubblicato nei giorni scorsi sul Secolo XIX). Sulla linea Sanremo Taggia dovrebbero entrare in servizio nel breve termine i tre veicoli ad idrogeno acquistati nel 2013 e da allora mai utilizzati.

Nuove frontiere per il filobus

Le moderne tecnologie che ormai fanno parte della dotazione standard dei nuovi veicoli filoviari consentono una notevole flessibilità di esercizio, superando anche problemi della rete viaria o punti in cui non sia possibile l’installazione del bifilare. Si pensi, ad esempio, alla adozione prima del motogeneratore, che ha consentito in pratica uguali prestazioni dei mezzi anche non alimentati dalla rete aerea, e più recentemente dalla adozione di nuovi tipi di batterie (come quelle al titanato di litio), con cui vengono equipaggiati sia i mezzi di nuova costruzione che i veicoli già in dotazione. È il caso, ad esempio, di Zurigo, sulla cui rete circoleranno solo veicoli dotati di batteria e il prototipo ( Swisstrolley Plus prodotto dalla svizzera Hess ), su cui sono stati applicati materiali più leggeri, fino al risparmio di una tonnellata di peso, che un software che ottimizza l’utilizzo della corrente prelevata dalla linea con la batteria esistente, consentendo un risparmio di energia assorbita fino al 15 %.

In Italia, l’azienda di Cagliari, CTM, ha totalmente rinnovato la flotta filoviaria, ora composta da 32 vetture di recentissima fornitura. Non solo: 6 di esse sono equipaggiate con batteria, e il loro funzionamento è sempre in modalità “ All Electric”,  quindi con trazione elettrica anche nei tratti senza bifilare; nell’ambito del progetto  ZeEUS a cui aderiscono 10 città europee (tra cui Cagliari), il CTM ha in corso di sperimentazione l’esercizio di due tratti della linea 5 di cui uno non è dotato di bifilare.

E ancora. La città di Esslingen (D) ha adottato la tecnologia IMC ( In Motion Charging) sviluppata dalla tedesca Kiepe, per ulteriormente ottimizzare il sistema di marcia autonoma dei filobus nei tratti senza impianto fisso.

Parecchie città europee (da Castellon in Spagna a Gdynia in Polonia)  ed italiane (Milano, Parma, Ancona, Chieti, tra le altre) hanno rinnovato o stanno rinnovando il proprio parco rotabile.

Non può non essere citata anche la città di Marrakech, in Marocco, che per abbattere l’inquinamento ha recentemente deciso di introdurre, oltre alla rete tranviaria, anche la rete filoviaria. Sono infatti  in corso di consegna 120 nuovi filobus e parte delle linee non saranno dotate di bifilare, sfruttando quindi il filobus la tecnologia delle batterie. L’impianto verrà alimentato ad energia solare.

È un peccato vedere che una rete dalle molteplici potenzialità, sicuramente  turistiche, ed ambientali tra le altre, sia attualmente sottoutilizzata. Sicuramente, la tecnologia dell’azionamento ad idrogeno, ancora agli albori almeno in Italia  non presuppone una necessaria sostituzione della filovia che al contrario potrebbe costituire una “ linea di forza” litoranea totalmente elettrica, dotata di filobus equipaggiati con le moderne tecnologie esistenti e che sono in corso di adozione o valutazione in quasi tutte le reti filoviarie.

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