di Gianluca Celentano (conducente bus)

Nei primi giorni del mese di agosto, un amico titolare di una piccola società, mi ha richiesto per un’urgente sostituzione lavorativa. Considerando che il mercato del lavoro odierno sulla linea è un po’ preclusivo per chi è alla soglia dei 50 anni, ho accettato di buon grado la proposta anche per avere un personale feedback su Iveco Magelys. La passione infatti è la prima prerogativa in questo mestiere e ammetto d’aver conosciuto meglio in passato più il New Domino piuttosto che le icone Mercedes, Setra, Volvo e Man; pertanto un approfondimento con Magelys l’ho ritenuto necessario.

Quasi duemila chilometri in tre giorni. Sul Magelys

Posso dire di essere rimasto soddisfatto dal mezzo, ma soprattutto d’aver avuto la possibilità di guidarlo in contesti diversi; in montagna, in ambito urbano e chiaramente in autostrada.
La versione era equipaggiata con il sei marce tradizionale – come piace a me – anche se l’otto marce ZF manuale del Domino mi mancava un po’. Un 12,80 metri motorizzato Cursor 9, un euro 6 da 400 cavalli, comodo e piacevole da guidare e con un passo che lo rende particolarmente maneggevole, soprattutto in montagna. Malgrado alcuni comandi un po’ nascosti, Magelys si è dimostrato un buon compagno d’avventura e di lavoro. Interessante, dopo la chiusura porte, il colpetto di gas per sbloccare i freni.

Gli autisti sono prudenti, ma le auto?

Sui tornanti dall’alta Valsassina prima e, Valseriana dopo, l’uso precauzionale delle trombe, la ridotta velocità e la preventiva impostazione delle curve fanno la differenza sulla fluidità di guida. Tuttavia nonostante questi accorgimenti, non erano poche le autovetture in transito che cercavano spesso di infilarsi durante le curve presenti sulla già stretta carreggiata. Mi sono venuti in mente le “dritte” dell’amico e collega Matteo Minguzzi, della SATA di Roma, esperto di Costiera Amalfitana e, devo dire che la scorrevolezza di guida mi ha ripagato osservando dallo specchietto interno diversi passeggeri avvolti in un tranquillo sonno.

Il gestore fa la differenza

Poco dopo aver percorso la Serravalle, diretto verso una località del centro Italia, effettuo una pausa per completare i 45 minuti di sosta. Confidando nella successiva puntualità dei passeggeri non sempre scontata… ma fondamentale per riprendere il viaggio nei tempi previsti, incontro nell’autogrill il collega Giulio Galassi, simpaticissimo e professionale collega romano.
Con entusiasmo mi spiega che lavora ancora sulle linee notturne di Flixbus ma adesso è su una nuova tratta e con un nuovo gestore: la Mocci Bus di Roma, una società che da sessant’anni è specializzata nel noleggio di alto livello. Dal mese di giugno, la Mocci Bus ha voluto abbracciare la partnership con Fixbus. Giulio è molto soddisfatto per l’apprezzamento che l’utenza ha dimostrato verso il nuovo collegamento di Flixbus, che sin da subito ha registrato numeri interessanti e una costante media di 40 passeggeri. La sua soddisfazione è comprensibile anche per l’assegnazione di un lussuoso Irizar I6S da 13,30 metri.

Ormai lo sappiamo: è il gestore a fare la differenza. Il titolare Bruno Mocci mi ha fatto presente: “Oggi gli autisti sono merce rara”, sottolineando che durante qualsiasi stipula di noleggio, le condizioni di lavoro del conducente vengono sempre in primo piano. Il monte ore non deve superare le 45 ore settimanali, ha proseguito Mocci, osservando il 5+2: tra le qualità di un’azienda dev’ esserci anche quella di non far scappar via gli autisti.

Conducenti vs traffico e passeggeri?

Per coerenza come autista, devo dare spazio anche a una chimera che riguarda molti di noi conducenti e che spesso si traduce in animati e spesso comprensibili commenti sulle pagine web dei conducenti; oggi ahimè diventate anche uno sportello per la ricerca di lavoro. Se molto è già stato fatto per ampliare la sicurezza nel trasporto collettivo – un po’ meno nelle infrastrutture – nonostante gli opinabili fondi e investimenti, è anche vero che l’aumento del traffico automobilistico indisciplinato, non certo è d’aiuto a una professione così delicata e per certi versi fin troppo penalizzante. Ne abbiamo già parlato citando tra i punti più comuni alle infrazioni del CdS, il tagliare la strada improvvisamente per uscire senza sicuramente guardare lo specchietto destro, piuttosto che la marcia senza motivo in corsia centrale.

Troppi passeggeri poco rispettosi

Ma c’è dell’altro, infatti anche il comportamento poco rispettoso verso l’autista da parte di qualche passeggero diventa ormai un valido motivo per porsi interrogativi sulla professione. Sicuramente l’instabilità sociale percepita dalle persone potrebbe essere una causa per questa insofferenza dilagante, soprattutto in Italia; fatto sta che molti conducenti non percepiscono ancora interventi concreti che gli scagionerebbero dall’essere sempre osservati come i capri espiatori di tutti i problemi.

Una circostanza forse arginabile con della pubblicità progresso sui media o nelle scuole e, perché no, propositivamente anche on line. Io stesso mi sono offerto a OOSS e associazioni, osservando una sorta di iniziale interesse nell’iniziativa. Tuttavia come spesso avviene in Italia – e non c’è da stupirsi – nessuno ha più risposto. Peccato perché una sorta d’immobilismo non certo è d’aiuto per risolvere i problemi di chi lavora.

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